martedì 31 luglio 2007
BAMBINI PRODIGIO
Eric Cartman è il bambino più grasso, viziato, cattivo ed egoista dell'intera città di Southpark; è piuttosto consapevole della sua taglia e dichiara, tra un insulto e l'altro, di avere "le ossa grandi". La ragione dei suoi eccessi non è certo un mistero: ha una madre iperprotettiva e che lo rimpinza come un tacchino in qualsiasi momento, forse per equilibrare il fatto che non esista un vero e proprio "padre" di Eric, visto che la cara mammina si è "divertita" con tutta la città, compresa una squadra di Football. Se tutti i ragazzini di South Park sono dichiaratamente sboccati, Cartman risulta assolutamente inarrivabile per argomenti, volume e idee. Una volta ha avuto una sonda anale dagli alieni ed è andato in Tv diverse volte grazie alle sue adorate Cheezy Puff.
Stewie Griffin è il componente più piccolo della famiglia Griffin, protagonista della serie televisiva di cartoni animati creata da Seth MacFarlane I Griffin.Stewie, (nome completo Steward Gilligan Griffin), è il perfetto perverso polimorfo freudiano. È trascinato da pulsioni distruttive, ha un complesso edipico "al contrario" irrisolto che spesso come detto porta al desiderio di uccidere la madre. Ma è anche un personaggio capace di assorbire tutti i pregi ed i difetti del vivere quotidiano con una semplicità eccellente. È quindi bambino (fantastica la sua pipa a bolle e il suo inseparabile orsetto di pezza Rupert) ma è anche estremamente adulto. Da un punto di vista teatrale è costruito in maniera eccelsa. Stewie è capace di parlare, ma gli unici a capirlo sono gli spettatori e il suo amico Brian, che pare essere l'unico a comprendere a fondo quali siano i suoi pregi e lati oscuri. A volte anche altri personaggi possono interagire con Stewie, ma solo per permettere alla trama di svolgersi e di solito per accentuare i suoi stridenti lati da adulto. Brian oltre che amico è anche il suo vero maestro di vita e Stewie non manca di prendere atteggiamenti che ne mimino il comportamento (il the delle cinque, tipico del british style del suo elegante amico).
Milhouse Mussolini Van Houten è uno dei personaggi del cartone animato statunitense I Simpson. Capelli blu ed occhiali spessi, è il miglior amico di Bart Simpson, insieme al quale si lascia convincere a fare le attività più disparate. A Milhouse piace la sorella di Bart, Lisa, ma lei non contraccambia anche se egli non demorde. In una puntata diventa una star venendo scelto come protagonista del film l'Uomo Radiattivo, in qualità di Ragazzo Ionico. Interpretare tale ruolo (che era il sogno di Bart) gli peserà molto, dissuadendolo dal portarlo a termine e fuggendo via dal set. In più di un episodio viene messa in discussione la sua virilità, dipingendolo spesso come ragazzino che preferisce i divertimenti femminili (tra cui My Little Pony) e che palesa in più di una occasione, ma sempre molto velatamente, le sue tendenze omosessuali.
Il suo nome per esteso viene rivelato nel corso del settimo episodio della diciassettesima stagione, Le allegre comari di Rossor. Il nome di mezzo è un chiaro riferimento a Benito Mussolini. Il cognome lascia presumere che sia di origini olandesi dal lato del padre, e che quindi abbia origini italiane dal lato della madre. In quello stesso episodio viene detto che sua nonna Sofia è siciliana ma vive in Toscana.
La madre di Milhouse proviene da Shelbyville, la cittadina rivale di Springfield.
In un episodio viene rivelato che in realtà Milhouse non ha le sopracciglia, e che ne porta delle finte.
E' UN MONDO DIFFICILE
Antonio de la Cuesta, Tonin da ragazzo e Tonino da musicista, è cresciuto in un quartiere popolare di Pamplona ascoltando la radio, guardando la tv e assimilando tutte le melodie degli spettacoli e degli spot televisivi più ignobili. Poi, iniziata la carriera musicale, durante gli spostamenti in furgone ascoltava cassette di quelle che sono le sue vere passioni musicali: Luis Aguile, Trini Lopez, Peret e soprattutto i cantanti leggeri italiani come Mina, Rita Pavone, Albano & Romina, Adriano Celentano. Dopo l'incontro e l'inizio di una frequente collaborazione con Manu Chao, Tonino ha preso il cognome d'arte dal napoletano Renato Carosone e il look da Fred Buscaglione, le sue guide spirituali. Il suo album è dunque un vero e proprio omaggio alla canzone italiana, ma a quella ormai passata che faceva da colonna sonora alle commedie all'italiana degli anni '60 e dei primi anni '70, con tanto di mandolino sempre presente a sottolineare la melodia.
'Mondo difficile' assume così una valenza particolare e gli arrangiamenti sono volutamente essenziali, le sonorità decisamente retrò, il cantato sghembo e un po' stonato; dall'ascolto deve emergere un'immagine di periferia, di squallore. Per esempio, 'La abuela vuela' si presta ad un arrangiamento salsa che farebbe la felicità di qualsiasi musicista pronto a farne un hit sfruttando l'attuale 'febbre latina'. Ma Tonino, lui no. La sua visione del brano è più in simbiosi con un Albertone in piazza di Spagna che con un moderno Ricky Martin. La chitarra 'spaghetti western' che caratterizza la cinica 'El pozo' potrebbe mettere d'accordo Giuliano Gemma e Quentin Tarantino, quella hawaiiana di 'Alas' spingerebbe Harry Belafonte verso le migliori performances di Edwige Fenech e Lino Banfi. 'Bahia' troverebbe Thomas Milian nei panni di un improbabile 007 nostrano in trasferta ai Caraibi, mentre il valzer di 'Se que bebo, se que fumo' sarebbe perfetto per un film di Fellini.
Ma ci sono anche omaggi diretti ed espliciti alla canzone italiana nelle versioni di 'Tu vuo' fa l'americano' (con Renato Carosone) e di un'hawaiiana 'Sapore di mare', trasformata in un inno antimilitarista. Chino Ferri, cantante dei bergamaschi Arpioni (il gruppo ska con cui Tonino si esibisce in Italia), ha inoltre composto a quattro mani con Carotone 'La festa del raccolto', invito alla legalizzazione delle droghe leggere. Insomma, canzoni che odorano dei cortili delle vecchie case di ringhiera, quelle con il cesso sul ballatoio e la polverosa Cinquecento parcheggiata in un angolo. Un omaggio che gli italiani hanno mostrato di apprezzare al punto che il futuro di Tonino Carotone ora non sembra più così incerto.
lunedì 30 luglio 2007
<< LiMericK >>
UNA VITA DA SERVO
Dovrebbe essere proibito a chiunque sminuire il lavoro di giornalisti come Mauro Suma, direttore di Milan Channel. Personaggi che, pur essendo di parte, eccellono per rigore deontologico, pacatezza, serenità di giudizio, apertura al dialogo. E' assolutamente spregevole pensare che uomini di tale onestà intellettuale possano smarrire la retta via del dovere di obiettività soltanto per ragioni di fedeltà alla causa e di servizio alla bottega; è gratuito e disonesto asserire che l'istinto partigiano tenda a far loro velo al momento in cui sia necessario calarsi nel confronto di opinioni. Rendendo a Suma e a tutti quelli come lui tale atto di giustizia, sappiamo di fare cosa grata alla capillare (e soprattutto trasversale) rete di suoi estimatori; della quale fa parte Carlo, un nostro lettore di Verona. Che ci ha segnalato una performance del direttore di Milan Channel assolutamente degna di menzione. Essa è stata ospitata dal newsgroup it.sport.calcio.milan, e chiunque può rintracciarla attraverso google digitando nella maschera di ricerca «suma + invincibili + paradiso + inferno». Lo scorso 23 agosto, un tifoso interista di nome Luca si inserì nel newsgroup rossonero scrivendo un messaggio provocatorio: «Ho aperto questo newsgroup per la prima volta e leggendo gli ultimi post non posso fare a meno di dire la frase seguente: come mai nel newsgroup dell'Inter non si parla mai del Milan ed in questo invece il riferimento all'Inter compare in quasi tutti i post?». Quindi il tifoso interista aggiunse un pesante insulto ai milanisti, concludendo così: «Non prendetemi per scostumato e salutatemi Galliani quando la incontrate». Una tale provocazione comportava il rischio che quel newsgroup si trasformasse in un angolo di becerume; perciò, con grande senso di responsabilità e allo scopo di stemperare le tensioni, Suma ritenne di dover intervenire per spendere parole di buon senso e serenità. Dunque, in un messaggio delle ore 1.55, recante l'indirizzo di posta elettronica suma@milanchannel.com (chiunque volesse, può inviargli una mail per rivolgergli i dovuti complimenti), egli scrisse: «E salutami anche Ligabue: quello di una Vita da Mediocre. La vostra vita. Avete costruito una storia su due anni di mini-ciclo a meta (senza accento nel testo, ndr) anni sessanta. Negli ultimi vent'anni avete vinto lo stesso numero di scudetti del Verona e della Sampdoria. Avete solo la bocca e non sapete neanche cosa sia il cuore. Vi innamorate del primo che passa per strada, Ronaldo, salvo poi stupirvi del trattamento che vi riserva. La nostra serie B? Siamo stati sulla croce della B e siamo risorti come gli Invincibili. Inferno e Paradiso. Per voi solo purgatorio, mediocri protagonisti di una VITA DA MEDIOCRE (sinonimo di Mediano). Ne parliamo senza sollecitazioni di B, perché ricordarcela è l'unica cosa che vi tiene in vita. Ma se il 5 maggio tutta l'Italia, ma proprio tutta, ha goduto, è proprio per questo. Siete una tifoseria mediocre e vigliacca che campa sulle disgrazie altrui, non sulle proprie imprese».
Bravo Suma, così deve comportarsi un giornalista responsabile, amante della verità prima di tutto. Ma che sa anche, contrariamente ai provocatori e ai cafoni, cosa siano un cuore e una bocca. E conta poco obiettare che l'interista Luca, nel suo messaggio, non avesse fatto il minimo riferimento alla serie B: certe cose vagano nell'aria, sono retropensieri cui si dà voce «senza sollecitazione». Inoltre, nessuno mai è morto di zelo, e a rispondere ai saluti inviati al capo (o sottocapo) non si fa che compiere il proprio dovere. Siamo certi che a Suma riserveranno eterna gratitudine i mediani milanisti: da Gattuso a Ambrosini, da Brocchi a Dalla Bona. Dal 23 agosto essi svolgono il loro lavoro colmi di un senso di gratificazione che mai avevano conosciuto nel corso di una carriera spesa a consumare rincorse affannose e ruvidi tackle. Per quanto ci riguarda, congediamo Mauro Suma raccomandandogli di salutarci Mariano Apicella; e di chiedergli se scriverà mai un brano dal titolo «Una vita da servo».
A proposito di auguri........
Buon compleanno, caro Galliani. Sentito, amichevole, rossonero e soprattutto meritato. Per tutti gli altri giorni dell'anno è lui a pensare, di giorno e di notte, a come fare sempre più grande il Milan. Oggi è giusto che sia lui il destinatario, e non il generatore, di tanti pensieri milanisti. Il 30 luglio 2007 è qualcosa di diverso. Qualcosa di più. Nel calcio ci sta tutto e bisogna farsi una ragione di tutto. Ma l'amministratore delegato milanista del Milan si nutre di emozioni positive più che di quelle negative.
E' vero che l'estate 2006 è stata pesante e la risalita sofferta, ma oggi nel giorno del suo compleanno Adriano Galliani ricorda altri momenti. Altre situazioni. Bruxelles, ad esempio, quando capisce che il gol di Kakà qualificherà il Milan fra le prime sedici d'Europa riportandolo al suo posto e prende per mano alla fine della partita suo figlio Gianluca. Monaco di Baviera, quando il fischio finale del match lo immortala in una espressione beata. Atene, quando il destino del calcio si manifesta in tutta la sua giustizia.
Adriano Gallliani fa e vive il Milan ogni giorno con amore. Ed è disposto ora e sempre a fare qualsiasi cosa per il Milan. Qualsiasi cosa. Senza perdere mai il filo del discorso, del gruppo, quella patina familiare che ispira con convinzione e di cui la squadra si alimenta. Già, la squadra. Al termine di Milan-Manchester, la partita perfetta, all'uscita da S.Siro, il virgolettato del festeggiato di oggi era stato: "Capito perchè li tengo tutti sempre tutti fino alla fine? Perchè poi ci regalano imprese del genere". E oggi sono loro, i campioni d'Europa, i primi a fargli gli auguri.
TanTi AuguRi
Se per caso cadesse il mondo io mi sposto un pò più in la
sono un cuore vagabondo che di regole non ne ha
la mia vita è un roulette i miei numeri tu li sai
il mio corpo è una moquette dove tu ti addormenterai.
Ma girando la mia terra io mi sono convinta che
non c’è odio non c’è guerra quando a letto l’amore c’è.
Com’è bello far l’amore da Trieste in giù
com’è bello far l’amore io son pronta e tu...
tanti auguri, a chi tanti amanti ha
tanti auguri, in campagna ed in città.
Com’è bello far l’amore da Trieste in giù
l’importante farlo sempre con chi hai voglia tu
e se ti lascia lo sai che si fa...
trovi un altro più bello, che problemi non ha.
Tutti dicono che l’amore va a braccetto con la follia
ma per una che è già matta tutto questo che vuoi che sia
tante volte l’incoscienza è la strada della virtù
litigare, litigare per amarsi sempre di più.
Ma girando la mia terra io mi sono convinta che
non c’è odio non c’è guerra quando a letto l’amore c’è.
Com’è bello far l’amore da Trieste in giù
com’è bello far l’amore io son pronta e tu...
tanti auguri, a chi tanti amanti ha
tanti auguri, in campagna ed in città.
Com’è bello far l’amore da Trieste in giù
l’importante farlo sempre con chi hai voglia tu
e se ti lascia lo sai che si fa...
trovi un altro più bello, che problemi non ha.
Com’è bello far l’amore da Trieste in giù
com’è bello far l’amore io son pronta e tu...
tanti auguri, a chi tanti amanti ha
tanti auguri, in campagna ed in città.
Com’è bello far l’amore da Trieste in giù
l’importante farlo sempre con chi hai voglia tu
e se ti lascia lo sai che si fa...
trovi un altro più bello, che problemi non ha.
trovi un altro più bello, che problemi non ha.
trovi un altro più bello, che problemi non ha
sabato 28 luglio 2007
Whisky Facile
Hich…
Hich…
”Hey Freddy, tu bevi da morir
Non pensi all’avvenir?
Ma chi te lo fa far…?”
Non sapete chi sono?…”NO”
Non sapete chi sono?…”NO”
Non sapete chi sono?…”NO”
Sono Freddy dal whisky facile,
Son criticabile ma son fatto così.
Non credete, non sono un debole,
M’han fatto abile, e la guerra finì.
Se c’è una cosa che mi fa tanto male è
L'acqua minerale!
Miracolosa sarà, ma per piacere io
Non la posso bere!
Perdonate se ho il whisky facile,
Son sempre amabile,
Pur se bevo così.
Se c’è una cosa che mi fa tanto male è
L'acqua minerale!
Per stare bene io bevo alla mattina
La nitroglicerina
Perdonatemi se ho il whisky facile,
Son sempre amabile,
Pur se bevo così.
Sissi ri siri…
Non mi correggo,
No…non mi tentate!
Altre persone si son provate!
Scusate tanto,
Se ho il whisky facile!
Una delle mie preferite!
Ciao ciao
venerdì 27 luglio 2007
La Strana Famiglia
Vi presento la mia famiglia
non si trucca, non si imbroglia
è la più disgraziata d'Italia,
anche se soffriamo molto
noi facciamo un buon ascolto
siamo quelli con l'audience più alto.
I miei genitori due vecchi intronati
per mezz'ora si sono insultati
a "C'eravamo tanto amati",
dalla vergogna lo zio Evaristo
si era nascosto, povero Cristo,
lo han già segnalato a "Chi l'ha visto?".
Il Ginetto dell'Idroscalo
quando la moglie lo manda a "fanculo"
piange in diretta con Sandra Milo,
per non parlare di mio fratello
che gli han rotto l'osso del collo
ora fa il morto a "Telefono giallo".
Come ti chiami, da dove chiami,
ci son per tutti tanti premi,
pronto, pronto, pronto tanti gettoni, tanti milioni,
pronto, pronto, pronto con Berlusconi o con la RAI.
E giù in Aspromonte c'ho dei parenti,
li ho rivisti belli contenti
nello "Speciale rapimenti",
mentre a Roma c'è lo zio Renzo
che è analfabeta ma ha scritto un romanzo
è sempre lì da Maurizio Costanzo.
E la fortuna di nonna Piera
che ha ucciso l'amante con la lupara
ha preso vent'anni in "Un giorno in pretura";
mio zio che ha perso la capra in montagna
che era da anni la sua compagna
ha fatto piangere anche Castagna.
Come ti chiami, da dove chiami,
ci son per tutti tanti premi,
pronto, pronto, pronto tanti gettoni, tanti milioni,
pronto, pronto, pronto con Berlusconi o con la RAI.
E poi chi c'è? Ah già, la Tamara
un mignottone di Viale Zara
che ha dato lezioni a Giuliano Ferrara,
e alla fine c'è nonno Renato
che c'ha l'AIDS da quando è nato
ha avuto un trionfo da Mino D'Amato.
Vi ho presentato la mia famiglia
non si trucca non si imbroglia
è la più disgraziata d'Italia.
Il bel paese sorridente
dove si specula allegramente
sulle disgrazie della gente.
Come ti chiami, da dove chiami,
stiam diventando tutti scemi,
pronto, pronto, pronto stiam diventando tutti coglioni,
pronto, pronto, pronto con Berlusconi o con la RAI.
Giorgio Gaber
ASTROFISICA DELLE MENTI
Il Gorilla
FIUME SAND CREEK
sotto una luna morta piccola dormivamo senza paura
fu un generale di vent'anni
occhi turchini e giacca uguale
fu un generale di vent'anni
figlio di un temporale
C'è un dollaro d'argento sul fondo del Sand Creek
(Fabrizio De André, tratto da Fiume Sand Creek)
Fiume Sand Creek racconta dello sterminio di un popolo che si chiama Indiani d'America. L'episodio descritto è un piccolo massacro di un centinaio di donne, bambini e vecchi - i guerrieri erano a caccia - perpetrato da un certo colonnello Chiwington, il quale, per questo e altri meriti patrii, fu poi insignito di varie onorificenze e fu eletto al Senato degli Stati Uniti.
giovedì 26 luglio 2007
Chi sono andato a sentire?
DIGESTIVO ANTONETTO
mercoledì 25 luglio 2007
RIFLESSIONI SUL MONDO (FELICE)
LIBERTANGO
ARRIVEDERCI AMORE, CIAO
12 Agosto
martedì 24 luglio 2007
CIAO CIAO
e sembra dirmi ciao. Ciao, ciao!
Rivedo ancor i vecchi amici che ho
e mi salutano. Ciao, ciao!
E sulla spiaggia limpida non è cambiato niente.
Sotto il sole caldo io ti cerco tra la gente,
so che ci sei.
Ecco mi hai vista, e tu
mi vieni incontro correndo,
e stai sorridendomi.
Ciao, ciao! Grido chiamandoti.
Ciao, ciao! Amore abbracciami.
Ciao, ciao! Sono tornata da te.
Ciao, ciao!
Tu non lo sai con quanta ansia aspettai
di rivedere te. Ciao, ciao!
Ora di te non voglio perdere mai
neanche un attimo. Ciao, ciao!
Diventeranno facili i baci dell'estate.
Passeremo insieme cento ore innamorate,
ma poi verrà
il giorno che partirò
Alla stazione verrai,
la mano tu agiti.
Ciao, ciao! Io sto per piangere.
Ciao, ciao! Il treno va io grido.
Ciao, ciao! Non ti scordare di me.
Ciao, ciao!
Strumentale (Tu non lo sai.)
Ciao, ciao!
Strumentale (Ora di te non.)
Ciao, ciao!
Diventeranno facili i baci dell'estate.
Passeremo insieme cento ore innamorate,
ma poi verrà
il giorno che partirò.
Alla stazione verrai,
la mano tu agiti.
Ciao, ciao! Io sto per piangere.
Ciao, ciao! Il treno va io grido.
Ciao, ciao! Non ti scordare di me.
Ciao ciao.
(Petula Clark, Ciao ciao)
Waka Putanga
gh'era la tribù dei Waka Putanga
l'era una tribù de neger del menga
grand e ciula e bala biott.
Al gran capo Batubalalunga
ghe piaseva la dona bislunga
el g'aveva una mièè rutunda
el se lamentava inscìì:
O Waka Putanga, o Waka Putanga,
ma varda che rassa de dona balenga
v'ona di dòò o se la se slunga
o si no mi la vòri no!
El gran capo Batubalalunga la ciappà un stremizi de fiunda
l'ha piassada in del centro Katanga
pòò l'ha dìì adess vardèè cusa fu!
La ciamà la sua dona rutunda
e l'ha piazzada in del fund de la fiunda
pòò el g'ha dàà una pesciada tremenda
e l'ha mandada a finìì a Cantù
Oh, Waka Putanga, oh Waka Putanga
intant che la vula, sta dona balengala
fà una streguneria tremenda
sichhè d'incòò dai Waka Putanga ghe tira pùù
In d'una furesta in del centro Katanga,
g'hera la tribùù dei Waka Putanga,
l'era una tribùù de neger del menga,
adess l'è una tribùù de' cùù.
Ciao ciao.
lunedì 23 luglio 2007
OH OH OH-OH OH OH-OOOOOOOOOOH
sabato 21 luglio 2007
LA GRANDE ABBUFFATA
funghi acetosi ministri accidiosi
giovedì 19 luglio 2007
L'ARIA COMPRESSA NEL CERVELLO
SONG TO THE SIREN
Come gira il mondo
(Ecclesiaste, X, 19).
Tutto obbedisce al denaro.
E' una verità dolorosa, ma innegabile.
E' il credo di buona parte dell'umanità:
DORMI LIU'
Dorme la corriera
dorme la farfalla
dormono le mucche
nella stalla
il cane nel canile
il bimbo nel bimbile
il fuco nel fucile
e nella notte nera
dorme la pula
dentro la pantera
dormono i rapresentanti
nei motel dell'Esso
dormono negli Hilton
i cantanti di successo
dorme il barbone
dorme il vagone
dorme il contino
nel baldacchino
dorme a Betlemme
Gesù bambino
un po' di paglia
come cuscino
dorme Pilato
tutto agitato
dorme il bufalo
nella savana
e dorme il verme
nella banana
dorme il rondone
nel campanile
russa la seppia
sul'arenile
dorme il maiale
all'Hotel Nazionale
e sull'amaca
sta la lumaca
addormentata
dorme la mamma
dorme il figlio
dorme la lepre
dorme il coniglio
e sotto i camion
nelle autostazioni
dormono stretti
i copertoni
dormono i monti
dormono i mari
dorme quel porco
di Scandellari
che m'ha rubato
la mia Liù
per cui io solo
porcamadonna
non dormo più
Stefano Benni
mercoledì 18 luglio 2007
Scadenza Derivati
IDEM Stock Futures (ISF) e options con scadenza luglio
trattati sul mercato IDEM.
FUTURES (ISF)
Qualora nel portafoglio fossero presenti tali tipologie di contratti,
sarà possibile effettuare il roll over chiudendo le posizioni prima
della scadenza (entro le ore 9.05 di venerdì) e riaprendole sulla scadenza
successiva. Eseguire le due normali operazioni di
acquisto/vendita attraverso le piattaforme di trading.
Nel caso in cui le suddette operazioni non fossero eseguite, le
posizioni giunte a scadenza verranno liquidate mediante consegna fisica
dei titoli; il prezzo di regolamento è dato dal prezzo di apertura del
titolo nel giorno di scadenza.
OPTIONS (INDEX OPTIONS e ISOALFA)
Alla data di scadenza le opzioni in the money presenti in portafoglio
verranno automaticamente esercitate al prezzo di regolamento (valore dell'indice
calcolato sui prezzi di apertura degli strumenti finanziari che lo compongono
rilevati il giorno di scadenza per le index options e al prezzo dell'azione
sottostante il contratto rilevato l'ultimo giorno di contrattazione per le ISOALFA).
Per quanto riguarda le opzioni out of the money, verranno abbandonate
in automatico.
La liquidazione per le index options avviene per contanti, mentre per le
ISOALFA avviene mediante consegna fisica dei titoli.
Ricordiamo che si può anche chiudere autonomamente le posizioni
presenti in portafoglio entro le 17.40 di giovedì per le isoalfa e entro
le 9.05 di venerdì per le index options, sarà cura eseguire
l'operazione di acquisto/vendita attraverso le piattaforme di trading.
Ciao ciao
MOGLI, BUOI (E CANTANTI) DEI PAESI TUOI
Felix potuit rerum cognoscere causas…
“Felice chi ha potuto conoscere le cause delle cose”
Bellissimo verso virgiliano. Il poeta antico, nativo di Mantova ma innamorato di Napoli (ehm), lo scrive nelle sue “Georgiche” alludendo al saggio epicureo che, illuminato dalla filosofia, è giunto a possedere le “rerum causas”, le cause delle cose.
Verso che moltissimi però, anche assai colti, spesso dimenticano.
Spesso e volentieri. Purtroppo.
Ultimo esempio in questi giorni. I tifosi atalantini hanno manifestato scarso gradimento verso l’ipotizzata presenza del cantante napoletano Gigi d’Alessio al concerto per il centenario della loro squadra. L’artista ha rinunciato. L’evento è stato cancellato. Sono giunte le scuse della società nerazzurra, una nota del d’Alessio medesimo e, prevedibile, il polverone mediatico: nobili e illuminate prese di posizione di sindaci, sindacalisti, intellettuali e scienziati bergamaschi contro la figuraccia che gli ultras (solo loro?) avrebbero fatto fare alla città.
E giù a dar dei razzisti retrivi.
Senza capire che la prossima volta, proprio a motivo dell’ennesima lezioncina poltically correct, potrebbe andare ancora peggio.
E senza chiedersi, naturalmente, le “rerum causas”.
Perché?
Perché la stessa curva che ama il nero Makinwa e il terrone Migliaccio in campo con la maglia dell’Atalanta, non vuole d’Alessio sul palco a celebrare l’Atalanta?
Forse converrebbe chiederselo, prima di emettere giudizi di disarmante scontatezza.
Bergamasco della diaspora, emigrato 35 anni fa, azzardo un’ipotesi (non certezze) per provare a rispondere.
Temo che lo scarso entusiasmo di parecchi Bergamaschi (mica solo degli ultras, date retta) all’idea del d’Alessio al centenario della loro dea, derivi anche da un sottile senso di disprezzo di cui, proprio in quanto bergamaschi, quei tifosi si sentono oggetto. Spesso, e lo dico perché lo vedo e lo sento, ciò che attiene a Bergamo è visto, da fuori, con malcelato senso di superiorità. Ci sono città e tifoserie che godono di buona, od ottima, stampa, e cui alla fine si perdona quasi tutto; e ce ne sono altre, come la nostra, che, a prescindere, vengono ritenute violente, incontrollabili, pericolose. E cui non si perdona quasi nulla. Pensate il derby romano interrotto un paio di stagioni fa; pensate i morti che hanno sulla coscienza le due tifoserie milanesi: eppure, vuoi mettere come sono cattivi quelli di Bergamo, che pure notoriamente non usano lame e non hanno mai fatto vittime?
La cosa, fra l’altro, non concerne solo l’ambito calcistico: un sorrisino pressoché di compatimento può di volta in volta riguardare, che so?, il dialetto bergamasco (sapido e argutissimo, ma altrove giudicato orribile e rozzo; mentre altri dialetti sono gratificati del titolo di “lingue”), l’operosità bergamasca (contrapposta nella sua basica serietà all’allegro arrangiarsi altrui) o la bergamasca iniziale sobrietà, quasi diffidenza, nei rapporti umani (cui risponde facile cordialità a latitudini diverse).
Questi pregiudizi, e non solo questi, il Bergamasco se li sente addosso. E alla fine credo pesino. Al punto magari da far scattare un orgoglio discutibile, certo, ma risentito, non razzista. O che, se mai, reagisce a un razzismo subìto.
Siamo, come tifosi, i più terribili di tutti (e non è vero)? Siamo, come gente, arretrati, chiusi, ottusi, capaci solo di lavorare e parlare un dialetto orribile (e non è vero)? Siamo i montanari della Val Brembana? Bergamini, muratori e nient’altro?
Bene. Benissimo. Però la nostra squadra e la nostra bandiera la festeggiamo noi, con i nostri cantanti e i nostri amici.
Tutti questi altri che ci sono superiori in tutto, per una volta, quella volta lì, non ce li vorremmo. Perché li sentiremmo imposti da fuori e sostanzialmente estranei ai nostri desideri e ai nostri sentimenti.
Pensare così è far fare una figuraccia alla città, come pretende l’intellighenzia che va in tribuna vip? Forse no. Forse è amarla e viverla per ciò che è. E per come è considerata.
La Mia Vita
(Ovidio, Metamorfosi, VII, 20)
Vedo le cose migliori e le approvo, ma seguo le peggiori
Verso che rende bene la debolezza e le cattive inclinazioni dell' umanità.
Il Petrarca tradusse questo verso con uno altrettanto noto:
"Veggio il meglio ed al peggior m'appiglio".
Ciao ciao.
I GEMELLI DEL GOL (ELOGIO DELLA SPALLA)
Paolino Pulici ("Puliciclone" per Gianni Brera e "Pupi" per i tifosi del Toro) e Francesco Graziani (per tutti "Ciccio", anche prima della demenziale apparizione come allenatore del Cervia televisivo) hanno formato insieme una spietata macchina da gol, all'epoca del Torino "olandese" allenato da Gigi Radice.
Il loro destino è sempre andato di pari passo. Come se l'uno non potesse prescindere dall'altro. Non ci poteva essere Pulici senza Graziani; non ci poteva essere Graziani senza Pulici. A dimostrazione che un uomo può avere tutto il talento del mondo, ma se non ha una spalla sulla quale appoggiarsi diffiilmente potrà sfondare (a meno che il talentuoso in questione non sia Maradona o Giulio Cesare).
E il calcio è ricchissimo di questi esempi: immaginatevi Vialli senza Mancini; o Rivera senza Lodetti; o Platini senza Bonini.
Ma anche Franco senza Ciccio non sarebbe stato la stessa cosa, e così Ric senza Gian, e Gianni senza Pinotto. E Ollio senza Stanlio, Fiorello senza Baldini, Costanzo senza Bracardi, Cip senza Ciop, il Martini senza il ghiaccio, la casa senza la prateria, lo scemo senza il villaggio, Maria De Filippi senza amici, Mimì senza Cocò, Cècu senza Bagigia (e Lupatì e Ada la vuncia), e mì sensa de tì.
jiro
martedì 17 luglio 2007
EPITETI LODIGIANI
avaro, spilorcio, taccagno, tirchio: avàr, macapiög, pìcul, piög, piugiatìn, piugiatón, piugìn, piugión, spacaghéi, spilòrc, spilòrciu, spilurcìn, spilurción, spìn, spìna, stamégna, tacàgn, tegnìn, tegnón.
ER SAMURAI
Attualmente il termine viene usato per indicare la nobiltà guerriera (non, ad esempio, gli ashigaru o i fanti). I samurai che non servivano un daimyō o perché era morto o perché ne avevano perso il favore, erano chiamati rōnin.
I samurai costituivano una classe colta, che oltre alle arti marziali, direttamente connesse con la loro professione, praticava arti zen come il cha no yu o lo shodō. Col tempo, durante l'era Tokugawa persero gradualmente la loro funzione militare. Verso la fine dell'era Tokugawa, i samurai erano essenzialmente burocrati dello shōgun, e la loro spada veniva usata soltanto per scopi cerimoniali. Con il Rinnovamento Meiji (tardo XIX secolo) la classe dei samurai fu abolita in favore di un esercito nazionale in stile occidentale. Ciò nonostante, il bushidō, rigido codice d'onore dei samurai, è sopravvissuto ed è ancora, nella società giapponese odierna, un nucleo di principi morali e di comportamento che parallelamente, nelle società occidentali, è costituito da principi etici di derivazione religiosa.
ATTENZIONE!
(Virgil, Eneide, VII, 312)
Se non potrò commuovere gli dèi celesti, moverò Acheronte, ossia l'inferno.
-Sono parole di Giunone, moglie di Giove, sdegnata e furiosa per vedersi superata da un fragile mortale: Enea.
La frase esprime la risoluzione di giungere, con qualsiasi mezzo, ad un preciso scopo:
-"Se il cielo non mi esaudirà, metterò l'universo a soqquadro".
Ciao ciao.
lunedì 16 luglio 2007
MANIFESTO BLUES
Il Temporale
quando è un po' che non piove mi viene da vomitare
solo se piove sono allegro
perché il più grande amore che ho avuto fin'ora
se devo essere sincero è venuto giù dal cielo
un giorno che era brutto e nero
Era il mese di novembre, una sera di quelle
che tuonava e pioveva con i fulmini in cielo
la mia vicina mi suona
in camicia da notte mi dice "per piacere
sono a casa da sola, sola e senza marito
mi tenga qui che ho paura!
Sà com'è - mi dice - mio marito è uscito
per andare in giro a vendere proprio quegli affari lì
come si chiamano?... parafulmini
tutte le volte che il signore fa piovere e tuonare
lui mi pianta qui in casa perchè deve andare
a fare il suo giro per la ditta".
"Benedetto Franklin che inventò il parafulmine"
io le dicevo e la baciavo
e poi l'amore ha fatto il resto
Tu che vai in giro a piantarne dappertutto
dovresti piantarne qualcuno anche qui
sopra il tuo tetto di pastafrolla
Quando le nuvole in cielo con i tuoni e i fulmini
sono andate più in là, lei salta su dal letto
e mi diceva "ora va meglio"
Ha raccolto i suoi stracci poi è andata di là
e mi ha dato appuntamento per il primo temporale
"per quando torna la bufera".
Io non so cosa succede, ma è già qualche mese
che non abbasso più gli occhi, che guardo sempre il cielo
Sto lì a guardare se c'è una nuvola
che vada a scontrarsi con le altre da basso
vado a vedere le previsioni alla televisione
ma non l'ho più vista nella zona
Qul cazzone d'un marito ha fatto tanti soldi,
ha venduto quel giorno tanti pezzi di ferro
che è diventato milionario
e sono andati da soli a far la vita dei signori
in un posto che non so come si chiama, però
comunque lì non piove mai
Adesso io spero soltanto che quando sto cantando
le fischino le orecchie e le sembri che sul tetto
stia venendo giù ancora il diluvio
e che dica al marito che uno dei tanti giorni
in cui lui stava facendo i soldi
ci fu per lei il colpo di fulmine.
(Svampa-Brassens)
Ciao ciao.
sabato 14 luglio 2007
UN VOLO A PLANARE
ZANG TUMB TUMB
Ogni 5 secondi cannoni da assedio sventrrrare spazio con un accordo ZZZANG TUMB TUM ammutinamento di 500 echi per azzannarlo sminuzzarlo sparpagiarlo all’infiniiiiiito nel centro di quel zzzang tumb tum spiaccicato (ampiezza 50 kmq) balzare scoppi tagli pugni batterie tiro rapido Violenza ferocia re-go-la-ri-tà questo basso grave scandere strani folli agitatissimi acuti della battaglia.
venerdì 13 luglio 2007
SFONDACERVELLO
Il cubo di Rubik è composto da 26 cubetti esterni ed un "cubetto invisibile" interno in cui risiede il meccanismo che permette la rotazione dei piani in tutte le direzioni.
Lo scopo del gioco è di risalire alla posizione originale dei cubetti portando il cubo ad avere per ogni faccia un colore uguale. Il cubo può assumere ben 43.252.003.274.489.856.000 combinazioni possibili, solo una delle quali è quella corretta.
Fu inizialmente progettato da Rubik a scopi didattici e all'inizio si diffuse solo tra i matematici ungheresi, interessati ai problemi statistici e teorici che il cubo poneva. Qualche anno più tardi un matematico inglese scrisse su quest'oggetto un articolo che portò la sua fama fuori dai confini dell'Ungheria. Nel giro di pochi anni, il cubo di Rubik invase i negozi europei ed americani, diventando il rompicapo più venduto della storia.
Nel solo 1982 ne furono venduti oltre 100 milioni di pezzi e Rubik divenne il cittadino più ricco del suo paese.
Ancora oggi si svolgono veri e propri Campionati del Mondo nel quale i concorrenti, che giungono da ogni parte del pianeta, si sfidano nel ricomporlo nel minor tempo possibile.
Ad oggi il record del mondo nella singola risoluzione in competizioni ufficiali appartiene a Thibaut Jacquinot che lo ha risolto in 9.86 secondi durante gli Open di Spagna 2007 tenutisi a Murcia (Spagna) il 5 maggio 2007, mentre il record nella media di 5 cubi appartiene a Yu Jeong-Min con 11.76 secondi, record ottenuto durante i KCRC Championship 2007 tenutisi a Seul (Corea del Sud) il 7 gennaio 2007.
giovedì 12 luglio 2007
Puttana te
El cavadent
el meritta da vess casciaa in galera?
Asen fottuu, ch'el vaga strappà i sciocch
e minga a strappà i dent in sta manera.
Per cavamm on dent guast, tramm tutta in tocch
la gengiva e on bon quart de restelléra?
Ah sur Lella! ona porca de tarocch
pesc de lu no la gh'è propri davvera.
Soo che parland di strappadent in massa
se diseva ona voeulta che costor
o che strappen el dent o la ganassa;
ma lu, sur Lella, per no avegh la flemma
de fà vuna di dò come fan lor,
el strappa la ganassa e i dent insemma.
(Carlo Porta, El cavadent)
Traduzione:
Ma lo sa, signor rima in lella, che a dir poco
merita di essere cacciato in galera?
Asino fottuto, che vada a strappare i ciocchi
e mica a strappare i denti in questa maniera.
Per cavarmi un dente guasto, ridurmi tutta in pezzi
la gengiva e un buon quarto di rastrelliera?
Ah signor Lella! Un porcaccione
peggio di lei non c'è proprio davvero.
So che parlando degli strappadenti in massa
si diceva una volta che costoro
o che strappano il dente o la ganascia;
ma lei, signor Lella, per non aver la flemma
di fare una delle due (cose) come fan loro,
strappa la ganascia e i denti insieme
Ragazzo di strada
mercoledì 11 luglio 2007
Eppur sto pover coeur l'è chì ancamò per lù
Ora sei una stella
martedì 10 luglio 2007
LTCM
Stupefatti, i deputati cercarono di capire quello che sentivano.
Non c'erano elettori, nè fabriche, nè forze armate. Come si poteva minacciare a tal punto il sistema finanziario globale?
L'atmosfera surreale era completata dal quasi totale disinteresse del circo dei media di Washington, tutti presi a coprire le imminenti sedute per la messa in stato d'accusa del presidente Clinton. Un deputato, Paul Kanjorski chiese al presidente del comitato Jim Leach: "Non ci si potrebbe mettere un pò di sesso, in modo da ottenere un pò più di attenzione dalla nazione?".
LTCM (Long Term Capital Management) era costruito sul genio dei suoi soci fondatori: John Meriwether, il leggendario re delle operazioni su obbligazioni a Wall Street, Robert Merton e Myrton Scholes, premi Nobel in economia, "inventori" insieme con Fischer Black della finanza moderna con la loro teoria del prezzo delle opzioni.
Tra il 1994 e l'aprile del 1998 LTCM sembrò capace di tramutare tutta questa conoscenza teorica in utili impressionanti.
Al culmine dello sviluppo gestiva titoli per 130 miliardi di dollari e un portfolio di prodotti derivati con un valore teorico di 1,25 trilioni di dollari, facendo la fortuna di chi aveva investito, fra cui molte banche centrali (compresa quella italiana). Quanti sono 1,25 trilioni di dollari?
E' all'incirca l'importo del debito pubblico italiano o, come in seguito rivelò un deputato americano, è uguale all'intero budget annuale del governo americano.
A un certo punto, improvvisamente, tutto crollò.
A scricchiolare furono proprio gli assunti alla base della teoria dei prezzi delle opzioni di Merton e Scholes.
Nell'estate del 1998 il crollo fu accellerato dai sistemi di controllo del rischio studiati proprio per evitare il disastro.
Ben 14 banche tra le più importanti a livello mondiale, tutte in rapporti d'affari con LTCM sborsarono 3,625 miliardi di dollari per sorreggere il sistema fino allo smantellamento delle enormi posizioni finanziarie dell'hedge fund.
Greenspan abbasso di 75 basis point il costo del denaro per dare liquidità all'intero sistema finanziario americano.
Quando ventinove anni prima, i 2 giovani studiosi poi divenuti premi Nobel si erano incontrati, nei cinema si proiettava il film 2001: odissea nello spazio. In quel film il computer HAL impazisce e tenta di uccidere il protagonista. E ora, nell'agosto e settembre 1998, le macchine computerizzate per far soldi di LTCM si erano ribellate e avevano, anch'esse, distrutto i loro creatori.
Ciao Ciao.
IL GIOCO DELLA MUSICA
lunedì 9 luglio 2007
Scrivere con i piedi
Contract for Difference
Per chi ne volesse sapere di più indico un link:
http://it.wikipedia.org/wiki/Contratto_per_differenza
Ciao Ciao.
Un anno dopo...
Roberto Beccantini (La Stampa, 9 luglio 2007)