mercoledì 23 maggio 2007

MIA NONNA

Che io abbia o meno una nonna non cambia nulla.
Non si è mai visto nessuno che sia stato accettato, o magari anche amato, perché ha una nonna.
Mia nonna è sorda, sporca e falsa.


Non è più consapevole, o almeno così sembra, perché le piccole meschinerie che ormai sole costituiscono la sua vita le sa gestire con un rigore disarmante.
Le complesse tesi con cui riesce a nascondere di essere stata lei, unica presente in casa, a mangiare tutti i Baci Perugina sono di per sé sufficienti a farla sembrare un avvocato dalle palle quadrate.
L'impassibilità con cui dissimula l'imbarazzo in cui si trova quando scopriamo che ha pisciato il divano è sconcertante.
Con quella stessa faccia tosta sfiora la genialità attribuendo tutte le colpe al figlio del vicino di casa, che ha sì due anni, ma non viene certo a pisciare sul nostro divano.

E' impressionante guardare le foto di mia nonna da giovane.
Era una bella donna.
Pensare che la schifezza umana che oggi è ha la figa mi dà il capogiro.

Una volta le ho chiesto se non le dispiaceva che stava per morire e anche se aveva ancora degli appetiti sessuali nessuno si sarebbe mai scopato una larva come lei, che sarebbe progressivamente marcita, come del resto già ne mostrava concretamente, sulla carne, i primi segni.

La faccia di mia nonna, fondamentalmente, è la stessa che aveva da giovane, con la differenza che è come se da lì le avessero aspirato ogni liquido, lasciando che poi la pelle ricadesse qua e là a casaccio.

Vuole sempre che l'accompagni in cimitero, a trovare suo marito, mio nonno, che è morto nel 1972 e lei è ancora tutta presa a venerare.
Da questa parte, però, dai vivi.
Io quando lei sarà morta non andrò a romperle i coglioni nella tomba per chiederle di accompagnarmi in giro assieme a quel cadaverone di suo marito.

Figuratevi se mi portassi in giro mia nonna.
Già sono stato l'ultimo a comperare il Moncler: con la nonna, a cuccare in centro, a mangiare in paninoteca gli hamburger che non può mangiare perché al posto dei denti ha le estremità gelatinose delle gengive molto schifose.

Così venerdì scorso, mentre diceva scemenze inginocchiata sulla tomba di mio nonno ho avuto una buona idea.
Ho preso da un vicino di loculo un lumicino di ferro e glielo ho tirato sulla testa.

Ovviamente non è morta.

Perché quando sente l'odore dei vermi, quando si ritrova a contatto con il suo elemento biologico, quello putrefattivo, mia nonna diventa un'altra, recupera tutte le forze che non ha quando è in giro a rompere il cazzo per casa.
Prega e prega, inossidabile.

Avrei dovuto considerare che giocava in casa.


(Aldo Nove-Superwoobinda)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Non ho più aggettivi per lodare la grandezza di Antonello