giovedì 24 maggio 2007

NEOCIBALGINA


Quando ci troviamo, io e i miei amici, parliamo di Neocibalgina. All'inizio non era tutto così chiaro. A capire fu Giuseppe. Quindici anni. Bilancia. Mi telefonò una sera, saranno tre mesi. Mi disse di mettere subito su Raidue. Girai canale. Vidi un ragazzo. E una ragazza. Una moto. La campagna. Nei loro occhi la gioia di essere giovani. Neocibalgina.
Ricordo la musica accattivante, ora cambiata. Impossibile descrivere l'emozione che provavo ascoltandola. Ed era penoso, a tavola, sentirla all'improvviso, senza che il flusso di stupidaggini di mia madre finisse. Allora le parole di mia madre pesavano, più delle sberle che mi dava da bambino, e volevo con tutto me stesso che scomparisse, e rimanessimo soli. Io e la televisione.
Cercai il disco di quella musica in tutta Roma. Di negozio in negozio frugavo tra i compact cercando il disco di Neocibalgina. Nessuno lo aveva. Forse c'è uno stato centrale che sequestra i dischi così belli. Forse qualcuno che comanda, che sta sopra di noi non vuole che la gente sia felice.
A scuola, Michela mi mostrò la scatola. L'arcobaleno era tutti i colori dei nostri ideali. Iniziai a prendere Neocibalgina tutti i giorni.
Il mal di testa subito spariva. Se non l'avevo prendevo lo stesso Neocibalgina, ed era bello perché restava la bocca un po' impastata, avevo qualcosa di cui parlare con gli amici.
Alle quattro, in piazza delle Fontane, confrontavamo le nostre esperienze. Michela era il traino della compagnia. Si sedeva, estraeva la scatola dalla tasca e raccontava quante Neocibalgine aveva preso. Noi tutti ascoltavamo con attenzione. Pur sapendo che a volte esagerava, era difficile che qualcuno osasse interromperla. Era così bella la sua voce.
Ricordo come fosse ieri la prima volta che chiesi, in una farmacia, Neocibalgina.Fu più forte di quando comperai l'Oransoda. Avevo dieci anni, a dieci anni non si beve l'Oransoda. A sedici, del resto, non tutti hanno capito cosa vuol dire comperare Neocibalgina. Fatto sta che era emozionante guardare la farmacista che mi guardava mentre chiedevo la medicina della mia generazione.
Poi, sempre più, silenzio. Gli spot si ridussero notevolmente alla Fininvest. Quasi nulla alla Rai. Così alcuni disertarono il gruppo. Tutto ciò mi sembrava folle. Neocibalgina era dentro di noi, questo cercavo di fare capire, la televisione aveva soltanto lanciato il messaggio.
Noi viviamo per raggiungere la felicità. Michela motivava la crisi con l'alternanza normale dei cicli. Qualcuno, suggestionato dall'austero pacchetto delle aspirine, cercava il brivido della trasgressione. Adulto anzitempo, sarebbe tornato da noi. Altri, più portati per le cose effervescenti, probabilmente stavano sprecando la loro adolescenza con Aspro.
I giovani devono stare uniti. Prendere le stesse cose. Adesso siamo solo io, Michela e Giuseppe. Piazza delle Fontane è sempre più triste. Ci guardiamo negli occhi e sappiamo di avere in tasca un rimedio per i dolori mestruali. Ciò riguarda evidentemente Michela. Giuseppe, che fuma molto, con Neocibalgina può fumare anche tre pacchetti al giorno, gli passa.

(Superwoobinda-Aldo Nove)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Perché tutte le volte che leggo questo racconto muoio dal ridere?