mercoledì 27 giugno 2007

Decalogo dell'ippopotamo felice


1. Sii come l'ippopotamo.
2. Sii come l'ippopotamo che è felice nel sole e altrettanto felice nel fango.
3. Sii come l'ippopotamo, che non si capisce mai se è in acqua o fuori.
4. Sii come l'ippopotamo che, quando la luna è una grande camelia, canta all'ippopotama la sua canzone d'amore senza preoccuparsi se la sua voce è sgraziata e dagli alberi piove giù di tutto.
5. Sii come due ippopotami che si baciano sullo sfondo dell'orizzonte e la loro ombra sembra un grande pavesino.
6. Sii come l'ippopotamo che, dopo aver a lungo ippocopulato, non chiede all'ippopotama mi ami? perché è ovvio che con un ippopotamo si può andare solo per amore.
7. Sii come l'ippopotamo sempre educato al bar, nelle file per i documenti e in treno; sii come l'ippopotamo educato che fa i suoi bisogni appartato.
8. Sii come l'ippopotamo che, quando pesta una merda di ippopotamo, fa finta di niente e dice qu'est-ce que c'est ça?.
9. Sii come l'ippopotamo che, quando sente sopraggiungere la fine, saluta il branco e corre nella valle del cimitero degli ippopotami morenti, dove un'ultima volta si beve si mangia e si scopa senza più alcun ritegno e vergogna e alla fine della festa muore solo un ippopotamo e si scopre che tutti gli altri erano degli infiltrati, sanissimi.
10. Sii come l'ippopotamo che muore col sorriso sulle labbra e subito il grande Potamanka, il muscoloso dio alato, lo raccolse tra le braccia e lo portò in cielo ove sono nuvole e fiori meravigliosi e acqua tersa e l'ippopotamo, deluso, disse non si potrebbe avere una bella palude merdosa? e Potamanka, adirato, lo lanciò a terra. E l'ippopotamo cadde e, ove cadde, creò il sacro cratere del lago Ngoro-Ngoro e l'ippopotamo perforò la pelle rugosa del mondo e precipitò nell'inferno ove vive felice attuffato nella merda con gli amici e quando si sposta causa i terremoti e quando nuota provoca i geyser e mostra a tutti la sua semplice verità: e cioè che il paradiso è ovunque ti senti in paradiso.

(Stefano Benni)

Gli animali mischiati


L'ippogallo
L’ippogallo è l’animale più allegro del mondo. Per questo viene comunemente detto anche “ippogallo felice”. Abbina al passo felpato e alla simpatia degli ippopotami la scaltrezza dei galletti, dei quali ha preso in dote anche la voce melodiosa. I suoi hobby sono rincorrere farfalle e rotolarsi nell’erba, senza disdegnare qualche tuffo nei ruscelli. Gli altri animali della foresta gli vogliono tanto bene per la sua mansuetudine e tenerezza. E lui, sempre garbato, ha un sorriso pronto per tutti.


L'orsolumaca
L’orsolumaca è un animale timido e pacioso. Passa le giornate al fresco delle felci rimpinzandosi di miele, cibo del quale va ghiotto soprattutto se abbinato a una foglia di lattuga. Il simpatico orsetto non ha bisogna di cercare grotte durante la stagione del letargo grazie alla casetta, dotata di ogni comfort, che si porta sulle spalle. E’ dotato inoltre di una vista molto acuta per via delle antennine che gli spuntano dalla testa e che gli permettono di vedere anche all’indietro.


Il porcocane
Il porcocane è un animale nato dalla fantasia popolare. Purtroppo, di lui la gente si ricorda soltanto quando qualcosa va storto, quasi fosse il colpevole di ogni malefatta. E pensare che invece il porcocane è un animaletto tanto dolce e affettuoso, con la sua linguetta sempre a penzoloni e quel suo caratteristico profumo di wurstel.
La muccatigre
La muccatigre è il più furbo degli animali mischiati. In lei si nasconde infatti una duplice identità opposta che le consente di ottenere sempre ciò che vuole. Da una parte attira e conquista grazie alla tenerezza del suo essere mucca; dall’altra azzanna e domina per via dell’aggressività del suo essere tigre.
Ama ballare il tango, per questo va spesso in giro con una rosa in bocca.
La rennasino
La rennasino è un animale molto raro. Compare solitamente nelle freddi notte di dicembre, fluttuando lieve nel cielo stellato. La possono vedere solo i puri di cuore, i santi e i navigatori. E forse Berlusconi.


Il ragnofante
Il ragnofante è un essere che a prima vista produce una sensazione d’orrore. Mai fidarsi delle apparenze: esso è infatti un animale dal cuore d’oro, sempre pronto ad aiutare chi è in difficoltà. Le sue preziose tele, trasformate in tende o tappeti, addobbano la foresta, donandole un velato sapore kitsch. L’animale è inoltre dotato di una vista portentosa grazie ai suoi numerosi occhi che gli permettono di avvistare eventuali nemici fino a 3 chilometri di distanza. La simpatia del ragnofante esplode nella stagione estiva, periodo in cui sollazza gli amici con gli spruzzi d'acqua della sua proboscide.

Disegni di Princess Leia
Testi di Kikujiro

martedì 26 giugno 2007

E vorresti fosse lei l'amore




...come farai
a regalare tutto
se con l'età ti uccideranno l'amicizia
che dell'anno che va
è la stagione più bella,
ha la luce di una stella
che non muore
e vorresti fosse lei l'amore...
Ma il tempo che passa
porta guerra e falsità
e l'amicizia non potrà
camminare sotto braccio
coi discorsi fastidiosi
che due sposi devono dire
per partire lontano
stringendosi la mano nella mano
e dentro una bugia...


(Alberto Fortis, L'amicizia)

I tre tipi di amicizia


"Tre dunque sono le specie di amicizie, come tre sono le specie di qualità suscettibili d'amicizia: e a ciascuna di esse corrisponde un ricambio di amicizia non nascosto. E coloro che si amano reciprocamente si vogliono reciprocamente del bene, riguardo a ciò per cui si amano. Quelli dunque che si amano reciprocamente a causa dell'utile non si amano per se stessi, bensì in quanto deriva loro reciprocamente un qualche bene; similmente anche quelli che si amano a causa del piacere. L'amicizia perfetta è quella dei buoni e dei simili nella virtù. Costoro infatti si vogliono bene reciprocamente in quanto sono buoni, e sono buoni di per sè; e coloro che vogliono bene agli amici proprio per gli amici stessi sono gli autentici amici (infatti essi sono tali di per se stessi e non accidentalmente); quindi la loro amicizia dura finchè essi sono buoni, e la virtù è qualcosa di stabile; e ciascuno è buono sia nel senso assoluto sia per l'amico. Infatti i buoni sono sia buoni in senso assoluto, sia utili reciprocamente"


(Etica Nicomachea, Aristotele)


mini

lunedì 25 giugno 2007

500 miles



When I wake up well I know I'm gonna be
I'm gonna be the man who wakes up next to you
When I go out yeah I know I'm gonna be
I'm gonna be the man who goes along with you
If I get drunk well I know I'm gonna be
I'm gonna be the man who gets drunk next to you
And if I haver yeah I know I'm gonna be
I'm gonna be the man who's havering to you
But I would walk 500 miles
And I would walk 500 more
Just to be the man who walked 1,000 miles
To fall down at your door
When I'm working yes I know I'm gonna be
I'm gonna be the man who's working hard for you
And when the money comes in for the work I'll do
I'll pass almost every penny on to you
When I come home oh I know I'm gonna be
I'm gonna be the man who comes back home to you
And if I grow old well I know I'm gonna be
I'm gonna be the man who's growing old with you
But I would walk 500 miles
And I would walk 500 more
Just to be the man who walked 1,000 miles
To fall down at your door
na na na, na na nana na na, na na na
lika lika lika lika lika la
na na na, na na nana na na, na na na
lika lika lika lika lika la
When I'm lonely well I know I'm gonna be
I'm gonna be the man whose lonely without you
And when I'm dreaming well I know I'm gonna dream
I'm gonna dream about the time when I'm with you
When I go out well I know I'm gonna be
I'm gonna be the man who goes along with you
and when I come home yes I know I'm gonna beI
I'm gonna be the man who comes back home with you
I'm gonna be the man whose coming home with you.
But I would walk 500 miles
And I would walk 500 more
Just to be the man who walked 1,000 miles
To fall down at your door
na na na, na na nana na na, na na na
lika lika lika lika lika la
na na na, na na nana na na, na na na
lika lika lika lika lika la
na na na, na na nana na na, na na na
lika lika lika lika lika la
na na na, na na nana na na, na na na
lika lika lika lika lika la
But I would walk 500 miles
And I would walk 500 more
Just to be the man who walked 1,000 miles
To fall down at your do-o-or

(The Proclaimers)
mini

amore

" L'AMORE FINISCE CON LA PROSTATA "

(Nodo al pettine-Confessioni di un parrucchiere anarchico. G.Mercadante)

mini

No, l'ombelico no


La foto ha fatto il giro dei siti di mezzo mondo, facendo arrabbiare più di un lettore di Playboy: la modella brasiliana, qui nella foto, non ha l'ombelico. I tecnici del magazine, gli esperti di Photoshop, hanno commesso un errore del quale non si sono avveduti. "Buttiamo i nostri soldi su giornali le cui foto sono del tutto false", hanno affermato alcuni lettori infuriati

E pensare che Raffella Carrà era diventata famosa per il modo in cui dimenava spudoratamente il suo ombelico...

Popper a manetta



La nostra infanzia lodigiana è stata segnata indelebilmente da alcune scritte che a più riprese hanno fatto bella mostra su diversi muri della città e che ora, purtroppo, sono state rimosse. Frasi politiche, inneggianti alla droga, amanti col cuore spezzato che hanno fatto del graffito un'opera d'arte. Di seguito vi proponiamo le "sentenze" più note. Se qualcuno conosce gli autori di tali perle o si ricorda altre chicche, è pregato di renderli pubblici, per il bene della nostra memoria.


- Popper a manetta
Una delle frasi storiche, combinazione sublime tra una droga marcatamente "estera" e un'espresione tipicamente territoriale ("a manetta")


-Però era vero
La frase simbolo. La frase per eccellenza. Ha riempito per anni i muri del centro e della periferia.
Un amante tradito? Uno che ha riconosciuto troppo tardi un suo errore? Difficile rispondere. Resta però la magìa di una scritta che ha colpito tutti per la sua enigmatica follia.


-Vota Toni Negri lista radicale
Frase politica notissima, griffata a più riprese sui muri del centro.


-Sacrificherò il mio cazzo sull'altare del silenzio
Poesia allo stato puro. Si trovava su un muro del sottopassaggio che collega le Fanfani a via San Fereolo.


Kikujiro

Ceci n'est pas une pipe



«E' solo una rappresentazione. Se avessi scritto sotto il mio quadro: "Questa è una pipa", avrei mentito.»


(René Magritte, 1929)

domenica 24 giugno 2007

Stranizza d'amuri



Man manu ca passunu i jonna
sta frevi mi trasi 'nda ll'ossa
ccu tuttu ca fora c'è a guerra
mi sentu stranizza d'amuri
l'amuri

E quannu t'ancontru 'nda strata
mi veni 'na scossa 'ndo cori
ccu tuttu ca fora si mori
na mori stranizza d'amuri
l'amuri

(Man mano che passano i giorni
questa febbre mi entra nelle ossa
Anche se fuori c'è la guerra
mi sento una stranezza d'amore
l'amore

E quando ti incontro per strada
mi viene una scossa nel cuore
e anche se fuori si muore
non muore questa stranezza d'amore
d'amore)

(Franco Battiato, Stranizza d'amuri)

sabato 23 giugno 2007

Solarium

Secondo voi nella doccia solare ci si può stare in due?
Grande dilemma che ho tentato di risolvere con la mini ieri sera.
Non siamo venuti a capo del problema, quindi chiediamo un gentile parere
a tutti i visitatori del forum.
La doccia va fatta con o senza le mutande? Cosa ne dite del segno?

(Queste sono le cose che contano nella vita!)



Ciao Ciao.

venerdì 22 giugno 2007

Io ti amo



Io ti amo
e se non ti basta
ruberò le stelle al cielo
per farne ghirlanda
e il cielo vuoto
non si lamenterà di ciò che ha perso
che la tua bellezza sola
riempirà l'universo

Io ti amo
e se non ti basta
vuoterò il mare
e tutte le perle verrò a portare
davanti a te
e il mare non piangerà
di questo sgarbo
che onde a mille, e sirene
non hanno l'incanto
di un solo tuo sguardo

Io ti amo
e se non ti basta
solleverò i vulcani
e il loro fuoco metterò
nelle tue mani, e sarà ghiaccio
per il bruciare delle mie passioni

Io ti amo
e se non ti basta
anche le nuvole catturerò
e te le porterò domate
e su te piover dovranno
quando d'estate
per il caldo non dormi
E se non ti basta
perché il tempo si fermi
fermerò i pianeti in volo
e se non ti basta
vaffanculo


(Stefano Benni)

Antonio Scavezzoli il mago delle miccette


Questo è un piccolo capolavoro.

giovedì 21 giugno 2007

L'inizio dell'estate


Sei come l'estate,
biondo il crine
azzurro l'occhio.
Il primo giorno
è tutto per te:
auguri Gioggino.

Messaggio

Ciao ......! come va?
Ieri abbiamo esagerato un pò troppo con l'alcol.
Spero ti sia messo apposto con tua mamma!
Buona giornata!
Basta con queste ciuche del cazzo!

27.05.07
ore 10.58

Messaggio ricevuto dopo una serata...


Ciao Ciao.

P.S. Con assenso ricevuto per la divulgazione pubblica.

La passeggiata



- Andiamo?
- Andiamo pure.

All'arte del ricamo,
fabbrica passamanerie,
ordinazioni, forniture.
Sorelle Purtarè.
Alla città di Parigi.
Modes, nouveauté.
Benedetto Paradiso
successore di Michele Salvato,
gabinetto fondato nell'anno 1843.
avviso importante alle signore !
La beltà del viso,
seno d'avorio,
pelle di velluto.
Grandi tumulti a Montecitorio.
Il presidente pronunciò fiere parole.
tumulto a sinistra, tumulto a destra.
Il gran Sultano di Turchia ti aspetta.
La pasticca di Re Sole.
Si getta dalla finestra per amore.
Insuperabile sapone alla violetta.
Orologeria di precisione.
93
Lotteria del milione.
Antica trattoria "La pace",
con giardino,
fiaschetteria,
mescita di vino.
Loffredo e Rondinella
primaria casa di stoffe,
panni, lane e flanella.
Oggetti d'arte,
quadri, antichità,
26
26 A.
Corso Napoleone Bonaparte.
Cartoleria del progresso.
Si cercano abili lavoranti sarte.
Anemia !
Fallimento!
Grande liquidazione!
Ribassi del 90 %
Libero ingresso.
Hotel Risorgimento
e d'Ungheria.
Lastrucci e Garfagnoni,
impianti moderni di riscaldamento:
caloriferi, termosifoni.
Via Fratelli Bandiera
già via del Crocefisso.
Saldo
fine stagione,
prezzo fisso.
Occasione, occasione!
Diodato Postiglione
scatole per tutti gli usi di cartone.
Inaudita crudeltà!
Cioccolato Talmone.
Il più ricercato biscotto.
Duretto e Tenerini
via della Carità.
2. 17. 40. 25. 88.
Cinematografo Splendor,
il ventre di Berlino,
viaggio nel Giappone,
l?onomastico di Stefanino.
Attrazione ! Attrazione!
Cerotto Manganello,
infallibile contro i reumatismi,
l?ultima scoperta della scienza !
L?Addolorata al Fiumicello,
associazione di beneficenza.
Luigi Cacace
deposito di lampadine.
Legna, carbone, brace,
segatura,
grandi e piccole fascine,
fascinotte,
forme, pine.
Professor Nicola Frescura:
state all?erta giovinotti !
Camicie su misura.
Fratelli Buffi,
lubrificanti per macchine e stantuffi.
Il mondo in miniatura.
Lavanderia,
Fumista,
Tipografia,
Parrucchiere,
Fioraio,
Libreria,
Modista.
Elettricità e cancelleria.
L?amor patrio
antico caffè.
Affittasi quartiere,
rivolgersi al portiere
dalle 2 alle 3.
Adamo Sensi
studio d?avvocato,
dottoressa in medicina
primo piano,
Antico forno,
Rosticcere e friggitore.
Utensili per cucina,
Ferrarecce.
Mesticatore.
Teatro Comunale
Manon di Massenet,
gran serata in onore
di Michelina Proches.
Politeama Manzoni,
il teatro dei cani,
ultima matinée.
Si fanno riparazioni in caloches.
Cordonnier.
Deposito di legnami.
Teatro Goldoni
i figli di nessuno,
serata popolare.
Tutti dai fratelli Bocconi !
Non ve la lasciate scappare !
29
31
Bar la stella polare.
Assunta Chiodaroli
levatrice,
Parisina Sudori
rammendatrice.
L?arte di non far figlioli.
Gabriele Pagnotta
strumenti musicali.
Narciso Gonfalone
tessuti di seta e di cotone.
Ulderigo Bizzarro
fabbricante di confetti per nozze.
Giacinto Pupi,
tinozze e semicupi.
Pasquale Bottega fu Pietro,
calzature...

- Torniamo indietro?
- Torniamo pure.


(Aldo Palazzeschi, La passeggiata)

mercoledì 20 giugno 2007



GLI UNDICI COMANDAMENTI


Io sono il parrucchiere tuo. Non avrai altro parrucchiere all'infuori di me.
Non desiderare il parrucchiere d'altri.
Onora il padre e la madre. Poi, portali da me.
Non rubare dal mio cassetto. E soprattutto non chiedermi lo sconto. Te lo faccio già, ma giusto perchè sei tu...
Non uccidere. Portami il tuo nemico, piuttosto, che ci penso io.
Non commettere adulterio. Vieni solo da me e se vado in ferie una volta l'anno, vedi di aspettare il mio ritorno, sennò fai la fine del tuo nemico.
Non adorare falsi parrucchieri. Andare da Jean Louis David, è come scegliere fra una pizzeria e un McDonald's. Io sarei un ristorante, comunque.
Se non ti piace il mio lavoro dimmelo senza riserve. Sii onesto/a. Posso sempre raderti a zero.
Non leggere riviste di moda e non cercare nei modelli un taglio adatto a te. Tu sei unico/a e irripetibile. Sei ti dico così, fidati, no? Non mi chiedere per la seconda volta di fila una rivista di tagli, costano troppo.
Non pretendere mai la ricevuta fiscale. E il resto mancia.
Ricordati che il vero cliente non sei tu, ma io. E il cliente ha sempre ragione.


(Nodo al pettine. Confessioni di un “parrucchiere anarchico”. Gianluca Mercadante)

mini

martedì 19 giugno 2007

Il pugile sentimentale




Un pugno, ancora un pugno
e un altro sullo slancio
ed ecco Blek Mcigno
mi centra con un gancio
all'angolo mi spinge,
a stento me la squaglio,
un appercut mi stende,
(sì ieri stavo meglio).
E Blek Mcigno pensa,
fracassandomi una spalla
che la vita è proprio bella,
sì è proprio una beltà.

La vita è proprio okay
lui dice, e pensa un po',
sarà okappa per qualcuno,
per gli altri è kappaò.
(Vinicio Capossela, Il pugile sentimentale)

Tra i grandi della boxe, Jake La Motta e la sua vita occupano una posizione di rilievo. Uno dei tanti pugili dal passato difficile, provenienti dalla strada, che grazie allo sport e alla tenacia si è ritrovato leggenda. Ad accrescere il suo mito contribuì non poco il film di Martin Scorsese con Robert De Niro Raging Bull (Toro scatenato), tratto dalla sua omonima autobiografia. Negli anni Venti, New York era una città violenta e brutale. Proprio su queste strade il futuro pugile imparò a sopravvivere. Giacobe La Motta nacque da genitori italiani, il 10 luglio 1921, nel Lower East Side della metropoli americana. Dopo un breve soggiorno a Filadelfia, la famiglia si trasferì nel Bronx. A poco a poco Jake si trasformò in un piccolo teppista, al punto da trascorrere qualche tempo nello stesso riformatorio che, in seguito, avrebbe ospitato un altro futuro campione dei pesi medi, Rocky Graziano. Un tentativo di omicidio segnò poi indelebilmente la sua vita. La vittima, Harry Gordon, un allibratore del Bronx, fu aggredito con un tubo metallico dal giovane italo-americano, nel tentativo di impossessarsi di un portafoglio che risultò poi sorprendentemente vuoto. Sui giornali del giorno successivo si lesse della morte dell'uomo; sul delitto non venne fatta luce, però La Motta capì che avrebbe potuto finire in prigione per il resto dei suoi giorni. Nella precedentemente citata sua autobiografia, il pugile ricorda come il fatto avrebbe poi condizionato la sua vita: "Non andavo mai in chiesa, i preti non potevano spaventarmi con tutte quelle storie sull'inferno; tuttavia in qualche modo sapevo che avrei pagato per ciò che avevo fatto".

La teoria della speculazione

"Posso calcolare i movimenti dei corpi celesti, ma non la follia delle persone."

(Isac Newton, dopo aver perso 20.000 sterline in borsa).

Nel 1720 scoppio lo scandalo della bolla speculatova dei Mari del Sud, migliaia d'investitori furono rovinati. Le banche che avevano prestato denaro con la garanzia delle azioni fallirono.
Persino Isac Newton, che si crogiolava nella gloria di aver scoperto la gravitazione, perse 20.000 sterline, una fortuna ai valori attuali.



Ciao Ciao.

Il passo del cobra




Manuale di seduzione per uomini.

Vi sentite sfigati? Quando incontrate la donna che amate vi vengono le ginocchia che fanno "Giacomo Giacomo"? Non riuscite a esprimere i pensieri del vostro cuore?

Niente paura, Mondofelice ha pensato a voi. Seguendo le puntate dell'efficacissimo manuale di seduzione per uomini, i vostri problemi amorosi saranno presto risolti. In breve tempo vi trasformerete in novelli Casanova, e avrete solo l'imbarazzo della scelta: tutte le donne correranno da voi, diventerete l'obiettivo sessuale di ogni femmina, animali compresi.

E senza fare fatica. Leggete le varie mosse da fare e appliacatele: nel giro di una settimana la vostra vita amorosa vi sorriderà.

La prima, efficacissima tecnica che proponiamo è il cosiddetto "Passo del cobra", inventato nel secolo scorso da un certo Charles Magellanus, latin lover anglo-ispanico noto per i suoi "double" (ossia rapporti amorosi con due donne contemporaneamente).

Il passo del cobra va attuato soltanto in circostanze particolari.
Le regole da seguire sono molto semplici:
1 Trovarsi in un luogo affollato
2 Avere degli amici con cui parlare
3 Essere rapidi e decisi nella "mossa".

Modalità:
Mentre parlate amabilmente con i vostri amici, accertatevi che nei pressi ci siano delle donne. Identificate la vostra preda ma senza farle capire del vostro interesse. Continuate a parlare amabilmente con i vostri amici e intanto spostatevi leggermente, senza farvi notare, verso la concupita. Cercate di mettervi nella sua direzione, sempre con assoluita discrezione e nonchalance. Quando siete a circa un metro da lei, entrate in azione: sorprendendo tutti, fate un passo secco e deciso verso la preda, piombandole di fronte. A quel punto la ragazza si sentirà travolta da un impeto di passione, perché nel suo sangue inizierà a circolare il veleno del cobra. Al predatore non resterà quindi che portarla via sulla propria automobile e agire secondo fantasia.

lunedì 18 giugno 2007

PARLAMI D'AMORE


Coprimi la testa con la sabbia sotto il sole,
quando pensi che sian troppe le parole...
Dimmi se c’è ancora sulle labbra il mio sapore
quando pensi che sian troppe le paure.
Parlami d’amore se
quando nasce un fiore
mi troverai
senza parole amore.
Parlami d’amore se
quando muore un fiore
ti troverai
senza respiro amore.
Crolla il tuo castello tra la rabbia, sabbia e sole
quando pensi che sian dolci le parole
Mi dici che c’è ancora sulle labbra il mio sapore
quando pensi che sian vane le paure
Parlami d’amore se
quando nasce un fiore
mi troverai senza parole amore.
Parlami d’amore se
quando muore un fiore
ti troverai senza respiro amore.
Tu dimmi quante alternative vuoi
se quando parlo non mi ascolti mai, amore…
Fra tutte, quale alternativa sei?
Amore… senza piu parole senza piu paure
Tu… Parlami d’amore se
quando nasce un fiore
mi troverai senza parole amore.
Parlami d’amore se,
quando muore un fiore
ti troverai senza respiro amore.
Senza parole amore
Senza respiro amore
mini

venerdì 15 giugno 2007

Lode a Evaristo Beccalossi




Questo pezzo è dedicato a due grandi talenti della cultura mondiale, che han fatto sì che alcuni di noi, se pur perdenti, si ritenessero destinati a una vittoria futura e possibile.Questi due talenti nel campo della cultura, della musica, dell'arte, dell'evoluzione in genere, sono per me Charlie Parker ed Evaristo Beccalossi.Forse mi rendo conto che molti di voi non sanno chi era Charlie Parker, allora spiego chi era Beccalossi. Beccalossi è stato uno dei più grandi talenti inespressi del calcio italiano, stiamo parlando di gente che io ho visto, che molti hanno visto. Io non posso dimenticare una partita che era Inter-Slovan Bratislava. Io l'ho vista, chi l'ha vista sa di cosa sto parlando.Ad un certo punto l'arbitro diede un calcio di rigore all'Inter.Per chi s'intende di calcio, ma anche per chi non se ne intende, è facile capire la difficoltà per un giocatore, nella semifinale di Coppa UEFA, di tirare un calcio di rigore.Lui guardò tutto lo stadio negli occhi e disse : " Lo tiro io..." e io pensai con tutto lo stadio : questi sono gli uomini veri. Prese la palla e la mise sul dischetto del calcio di rigore. Lo fece con la sicurezza dell'uomo che non avrebbe mai e poi mai sbagliato. E sbagliò. E io pensai : per me resta un uomo. Ma quando cinque minuti dopo, e chi ha visto quella partita sa che non mento, ridiedero un calcio di rigore all'Inter, per chi s'intende di calcio, ma a questo punto anche per chi non se ne intende, è facile capire la difficoltà per un giocatore che ha appena sbagliato un calcio di rigore, di riassumersi la responsabilità di ritirarlo.Lui guardò tutto lo stadio negli occhi. E tutto lo stadio fece : " No ! Puttana Eva..."."Lo tiro io !" E mise la palla sul dischetto del calcio di rigore con la sicurezza dell'uomo che non avrebbe risbagliato. E risbagliò !E io pensai : per me resta sempre un uomo. Un po'sfigato ma pur sempre un uomo.Ma quando cinque minuti dopo diedero un calcio d'angolo all'Inter e lui guardò tutto lo stadio negli occhi, e tutto lo stadio disse : "Ma questo che cazzo ci guarda sempre?Che cazzo vuole, i soldi?" e prese la palla e la mise sul dischetto del calcio di rigore, io pensai : Forse è un pò fuori di testa! E non mi sbagliavo, perché cinque minuti dopo rubò la palla sulla striscia del rinvio al suo portiere, che gli disse : " Cazzo fai?". " E' mia! Vado a casa, non gioco più, basta!" e attraversò tutto il campo.Scartò tutta la squadra avversaria .Da solo davanti al portiere avversario fece una finta, scartò anche il portiere.Davanti alla porta scartò anche la porta, con un dribbling unico scartò dodici fotografi.Palleggia, di tacco, di punta, di lingua; scarta tutti gli ultras, scarta tutti i poliziotti con i cani lupo;tutti quelli che stracciavano i biglietti...fa fuori un'altra inferriata...Scartò i bagarini, quelli che vendevano le pizzette, gli hot-dog...fu fermato solo in mezzo a piazzale Axum dal tram numero 15...Quando si risvegliò, dopo dieci giorni di coma, la prima frase che disse fu : " Beh, cazzo, ragazzi! Se non è rigore questo qui ! ".




(Paolo Rossi, da "Si fa presto a dire pirla")

El cabezon


Povero Cabezon, aveva cominciato a morire quando gli era morto, ancora giovane, un figlio. E la vita gli era sembrata più piccola e amara, nella vasta tenuta di San Nicolas. Sivori aveva investito nella terra, nell'allevamento del bestiame. Era stato troppo geniale e particolare per allevare calciatori, troppo individualista per fare l'allenatore. Lui gli allenatore li faceva impazzire, di felicità o di rabbia, dipende. Con Heriberto Herrera fu scontro frontale. Il ginnasiarca paraguagio, come lo chiamava Brera, era un teorico del "movimiento", tutto il contrario di quel che piaceva a Sivori. Stiamo parlando di un calcio allo stato brado, questo sì sarebbe piaciuto a Soriano. Sivori era furbo, molto, e in possesso di un sinistro abbagliante. A Napoli, dove si erano beati con entrambi, stabilirono che solo il sinistro di Maradona era superiore a quello di Omar Enrique Sivori, pure lui provvisto di un fisico non vistoso ma compatto. Era arrivato in Italia nella stessa infornata di Angelillo e Maschio, detti "los angeles con la cara sucia", gli angeli con la faccia sporca. Tutti e tre si erano laureati, come Di Stefano, all'università della strada. Maschio era un centrocampista portato alla regia, Angelillo un goleador travestito da ballerino di tango (quel filo di baffi, quella scriminatura impeccabile), Sivori un fantasista per vocazione e provocazione. Erano oriundi, giocarono nella Nazionale azzurra senza lasciare grandi tracce. Sivori fece anche parte della spedizione cilena del '62. Senza storia, si ricordano due gol suoi in un 6-0 a Israele, nel girone di qualificazione, a Torino. Parlavo di Sivori con Pesaola, un mesetto fa. "Se Omar si fosse allenato, sarebbe stato forse il più grande" diceva Pesaola. Già così, allenandosi poco e malvolentieri, è stato grandissimo. Giocava col pallone come un gatto col gomitolo, teneva sempre i calzettoni abbassati (alla cacaiola, diceva Brera), senza parastinchi, sostenendo che gli dava fastidio l'elastico, che gli toglieva sensibilità alle gambe. Molti e molti anni dopo, quando collaborava con la Rai, mi pare fossimo in Russia, tra una sigaretta e l'altra mi disse che lo faceva perché riteneva più difficile che i difensori picchiassero uno che si presentava così disarmato. Di botte ne prendeva, ma erano più numerose quelle che dava. Erano gli anni, lo dico per i più giovani, in cui lo stopper o il libero tiravano coi tacchetti una riga fuori dall'area di rigore e dicevano agli attaccanti: se la passi ti rompo una gamba. Sivori non solo la passava allegramente, ma aveva la fissazione di umiliare l'avversario facendogli tunnel, e magari aspettandolo, per farglielo una seconda volta. E così un giorno a Torino uno stopper del Catania, Grani, gli disse: al ritorno ti rompo una gamba. E Sivori, calmissimo: va bene, ma cerca di fare presto altrimenti te la rompo prima io. E così andò, col piede di Sivori a martello sul ginocchio di Grani. I vecchi a Padova si ricordano ancora del loro portiere (Moro o Pin, ho questo dubbio) che becca un gol su rigore e rincorre Sivori fino agli spogliatoi anche se l'arbitro non ha ancora fischiato la fine. La Juve vinceva di tre o quattro gol, mancava poco. Occhiata implorante del portiere a Sivori che dice: non ti preoccupare te lo tiro sulla sinistra. Moro - o Pin - si butta e la palla va dall'altra parte. Sivori era fatto così. Però Bearzot, che l'ha dovuto marcare diverse volte con la maglia del Torino, ed erano derby di fuoco, mi ha detto che a lui di tunnel Sivori non ne ha mai fatti. "Omar sapeva essere carogna con le carogne, se uno lo marcava duro ma leale anche lui era leale". Gli Agnelli e tutto il pubblico juventino stravedevano per Sivori, pur sapendo della sua enorme passione per il poker notturno, il whisky e le sigarette. Non stravedeva Boniperti, che preferiva l'onesta fatica di Charles, da servire con passaggi lunghi e dritti. Mentre Sivori voleva la palla sul piede, da fermo (un po' come Cassano adesso) e poi ci pensava lui a trasformarla in un fuoco d'artificio. O lui o io, disse Heriberto. Così Sivori andò al Napoli, dove diventò lo scugnizzo, anche se non era più di primo pelo, e i tifosi cantavano "vide omàr quant'è bello". E quando arrivò alla Juve vinse il Napoli, gol di Altafini su assist di Sivori. Sivori andò a prendere il pallone nella porta della Juve, andò piano verso il centrocampo e arrivato all'altezza della panchina di Heriberto gli tirò il pallone addosso. Ma non volgarmente, con forza, no, un tocchetto leggero, da gatto. Altre volte reagiva da toro. In una partita col Real lo sfotteva in continuazione Pachin: ti manca solo la piuma in testa per essere un indio. La risposta di Sivori fu una tremenda craniata sul naso. E' vero che non s'è mai allenato bene, non riteneva di averne bisogno. Col pallone faceva quello che voleva, e allora bastava la tecnica a fare la differenza. L'etichetta di genio e sregolatezza gli va a pennello, pochi hanno raggiunto la sua perfezione nel dribbling e, se ne aveva voglia, dell'assist. Poco diplomatico da giocatore, non era cambiato da commentatore. Andava giù piatto, giudizi netti, forse troppo per la prudenza dell'emittente di Stato. Il calcio della tonnara non gli piaceva e non faceva nulla per nasconderlo. Era sincero, anche a costo di ferire. Qualche bugia l'aveva raccontata, pro domo sua. Come quando Brera gli chiese da che zona fossero arrivati in Argentina i suoi. Da Pavia, rispose prontamente Sivori che aveva i suoi informatori. Invece venivano da Genova. Ma da quel giorno, giudicandolo un paìs, Brera prese sotto l'ala l'imprevedibile mattocchio. Gli sia lieve la terra, è il minimo che si possa dire a chi ci ha fatto divertire quando giocare a calcio significava solo quello, giocare.

(Gianni Mura, 18 febbraio 2005)

Garrincha



«Perché lo scrittore scrive sempre delle sue passioni. E l'uso che in certi casi le dittature fanno del calcio non invalida il gioco, la forza magica della sua bellezza e della sua emozione, che continuano a prevalere. Perché il calcio, come la letteratura, se ben praticato, è forza di popolo. I dittatori passano. Passeranno sempre. Ma un gol di Garrincha è un momento eterno. Non lo dimentica nessuno».

(Edilberto Coutinho, Maracanà)





E al funerale tutta Rio si fermò.

Fino al giorno prima
Rantolava sghembo fra i tetti
e la luna.
Le sue finte erano ormai da artrosi,
da cirrosi. Livido il viso.

"Ti stringo la mano, Garrincha,
e ti pago da bere!...." urlava
il barista vedendolo cagnolo poverissimo.
Un Carnevale in nero
con carri non allegorici
mosse in ritmo chiuso.

Il Capo dello Stato quasi si irritò
Per la nazione in pianto.

"Ed io, allora?" sembrò dire.
"E tutto questo per un’ala destra?"


(Ferdinando Accitelli, La solitudine dell'ala destra)

L'adeguamento




Durante la disperante crociata in favore dell'ecologia del linguaggio, sono stato appena trafitto da una delle frasi fatte che si abbattono ogni giorno sulle orecchie degli italiani. «È necessario un adeguamento perché siamo sotto la media europea».«Adeguamento» nel dizionario delle facce toste ha sostituito la parola «aumento», che emanava una sincerità insopportabile. Ha un suono più morbido ed evoca una rassegnata necessità. Da alcuni anni il biglietto del treno non aumenta più. Si adegua. Come coloro che lo pagano. Un po' alla volta, senza traumi. Anche la bolletta della luce si adegua di continuo. E quella del telefono. Sono ragazze perbene. Conformiste ma fedeli. E come mai si adeguano? Semplice, «perché siamo sotto la media europea».Questa espressione fiorisce sulla bocca di gestori e monopolisti assortiti con la stessa disinvoltura con cui il goleador dichiara «non sono contento per me, ma per la squadra» e la modella rivela «in un uomo cerco soprattutto il senso dell'umorismo»*. Parole di plastica, dietro le quali si stende il vuoto della finzione e della fregatura. Nell'informarci che «siamo sotto la media europea» cercano di farci sentire in colpa: finora ce la saremmo spassata in un'infinita fanciullezza, ma è giunta ora di diventare adulti. Però mai che da quelle bocche esca il minimo riferimento alla qualità dei servizi che ci offrono. Più lenti della media europea, più sporchi della media europea, più inefficienti della media europea. Ci trattino da adulti veramente, migliorando la qualità del loro lavoro. Noi ci adegueremo.


(Massimo Gramellini, La Stampa, 6 maggio 2007)

giovedì 14 giugno 2007

Fuori controllo

Qualsiasi sciocco può commettere un omicidio.
Qualsiasi professionista, anche se non molto preparato, può simulare un suicidio.
Ma ci vuole un'artista per mettere in scena una morte naturale che sembri convincente.


(Lavrentij Berija, capo dei servizi segreti di Stalin)



Ciao Ciao

mercoledì 13 giugno 2007

Io allora me ne sono andato a puttane (manifesto contro la new age)




Mi chiamo Michele Collura, ho ventisette anni (h 1.74, peso 80 chili, dell'Inter) e non me ne frega un cazzo di questa storia di questi libri che ci sono adesso.
Io, credo che questa minchia di new age è meglio di finirla. Io una volta sono andato in un posto in campagna un agriturismo pieno di new age dove dei cretini stavano tutto il giorno chiusi in casa a guardare i film della campagna, io le ho detto cazzo state tutto il giorno in casa a guardare i film della campagna se fuori c'è la campagna?Quelli mi hanno detto che era una dimensione interiore i ciaccra, puttanate, io gli ho detto guarda che tu sei un esaurito, voi siete peggio dei preti, vi siete bolliti la scatola cranica con la profezia di Cielestino, quelli mi hanno detto che ero violento perchè era evidente che io mangiavo troppa carne e che la carne fa diventare violenti, io le ho detto che i vegetariani sono dei pirla, che voglio vedere se preferiscono mangiare un finocchio al posto di un kingbecon se preferiscono un cazzo di sedano invece di un doppio cheese, quelli mi hanno detto di stare zitto, che rovinavo tipo l'aura, che facevo vibrazioni negative hanno spruzzato una cagata all'orzo aromatizzato non so una specie di sprai new age. dopo hanno respirato tutti profondo hanno iniziato a ballare una cosa tipo Battiato sempre uguale.Io me ne sono andato a puttane.
La new age è Eleonora brigliadori che beve la piscia al Costanzo, ora voglio dire a me piace certa pornografia, certi video che ho comperato dove si pisciano in bocca, delle troie bellissime e specialmente quella negra là che faceva i gargarismi di piscia e sborra, ma perchè eleonora Brigliadori non dice che è una amante di questo bellissimo fenomeno che è il sesso, invece di New age!?Eleonora Brigliadori, è bella.
Viva la pornografia!Viva Le ore!!!!!!!Abbasso la New Age!

(Aldo Nove)

Il giardino dei sentieri che si biforcano

"Noi non esistiamo in gran parte di questi tratti di tempo; in alcuni esisti tu e non io; in altri io e non tu; in altri entrambi (...) il tempo diverge continuamente verso innumerevoli futuri.
In uno di loro io sono il tuo nemico."

(Jorge Luìs Borges)


Ciao Ciao.

LUI BALLA SULLO SFONDO. ELOGIO A MAURO REPETTO.



Mauro Repetto è il lato oscuro della nostra infanzia. La nostra cattiva coscienza. Lo abbiamo cantato e poi rinnegato non appena ci siamo accorti che puzzavamo come lo spirito di un adolescente. Ora lo deridiamo senza capire la grandezza di un uomo che nel bene e nel male ci ha rappresentato tutti. Un uomo che ha preferito rimanere fedele a se stesso lasciandosi travolgere dal fiume in piena della storia piuttosto che scendere a compromessi per rimanere a galla su fragili zattere. Lo ricordo ancora che si agitava sullo sfondo del palcoscenico. Ballava incurante del ritmo della canzone. Lui era il ritmo della canzone. Ma non è stato capito dall’italietta legata alle canzonette e alle melodie popolari. E’ stato costretto ad andarsene. Ora però Muaro è felice, almeno in apparenza. Felice e finalmente in primo piano. Ma noi sappiamo che oltre la maschera di Pluto il suo animo balla ancora. Ancora una volta sullo sfondo. Ancora una volta a dare il ritmo e a incanalare l’energia.


Questo post è dedicato a tutti quelli che ballano sullo sfondo.


E ai pochi capaci di comprendere liriche come le seguenti:

Come un pazzo giro qua lettere e filosofia 
da due che son qui ti rivedò sciù eccì 
non mi caghi neanche un po' puzzo di pesce forse boh 
rido troppo tu studi scc scc su zitti 
ero in mensa dietro a te al bar del pozzo dietro a te 
per andare al cesso dietro a te come non ti accorgi di me? 
non mi guardi neanche se fuori dall'aula vicino a te 
dico apposta ad alta voce ero negli 883 
anche vestito da samurai uno sguardo non me lo dai 
e con le pinne ed il pigiama è indifferente 'sta gran dama 
ma ho Parco della Vittoria o anche Viale dei Giardini 
e prima o poi tu cara sai sopra certo ci passerai 
e con l'oste o senza l'oste o senza l'oste tu mi dovrai pagare 
tutte queste volte qui che non mi vuoi cagare 
non mi caghi mai.

martedì 12 giugno 2007

L' avvertimento

L'esperienza non ha alcun valore etico: è semplicemente il nome che gli uomini danno ai propri errori. Tutto ciò che dimostra, in realtà, è che il futuro sarà uguale al passato e che il peccato che abbiamo commesso una volta, con dolore, lo ripeteremmo molte volte, con gioia.

(da, Il ritratto di Dorian Gray).


Ciao Ciao.

Aforisma del giorno


L'amore è l'attesa di una gioia che quando arriva annoia.

(Leo Longanesi)

Rio 05



Per ascoltare le canzoni dei Rio 05, grande gruppo lodigiano dai suoni rock-agresti, andate al sito http://www.myspace.com/rio05

Mister Yogurt


lunedì 11 giugno 2007

Il MERCATO

Il mercato e' la somma aritmetica (bilioni di miliardi) di
processi mentali individuali che formano una realtà mentale
collettiva. Questa realta' mentale collettiva si esplica
attraverso la definizione di un prezzo che e' il prezzo dato
ad un determinato strumento in un determinato tempo.
Il mercato e' sempre in moto, sempre in cambiamento,
virtualmente senza struttura, con un illimitato potenziale
per profitti e perdite.
Il mercato fornisce quindi possibilità di prendere decisioni
continue e molteplici su: direzione di mercato, ammontare
dell'investimento, durata del trade, ammontare della
perdita, ecc. (con il potenziale di cambiare la decisione
presa in corso d'opera).
Nel mercato inoltre i concetti/valori di Tempi, Sforzo e
Ricompensa sono alterati rispetto a quelli presenti nel
mondo esterno. La nostra tradizione occidentale giudaico-
cristiana ci ha inculcato che esiste una relazione direttamente
proporzionale tra questi elementi.
Una persona per ottenere una laurea per esempio fa
molti sforzi, sia fisici (alzarsi magari presto la mattina per
prendere il treno per andare all' universita') che mentali
(spendere un sacco di tempo sui libri) e come ricompensa
ottiene una conoscenza particolare che dovrebbe procurargli
un lavoro e vedere aumentare il suo potenziale di
sopravvivenza attraverso il percepimento di un salario.
Ma nel mercato finanziario questa relazione non esiste. Si
possono ottenere profitti (e quindi ricompense) enormi nel
giro di pochi minuti solo prendendo la decisione giusta.
Il fatto che al trader sia data la possibilita' di usare leve
finanziare, cioe' di usare dei moltiplicatori rispetto ai soldi
che realmente egli possiede
sul conto, amplifica ancora dipiu' la possibilita' di ottenere
ricompense virtualmentesenza sforzo ed in brevissimo tempo.



Ciao Ciao.

Topo Gigio spacca tutto


sabato 9 giugno 2007

Raindogs


"Non riesco a capire coloro che si rifugiano nella realtà perché hanno paura di affrontare la droga".

giovedì 7 giugno 2007

Ué, ma com'è che parli?




Milanese e fighetta. Un mix più fastidioso della sabbia nel letto. Ma non lo dico io


Ci dicono da Milano che ormai il fenomeno ha raggiunto il limite della sopportazione. Anche perché quando si arriva a scriverci su una canzoncina (che impazza in radio e in rete) e a pubblicare un paio di libri ("Come sopravvivere ai milanesi" quello più calzante), la storiella è gia diventata leggenda metropolitana. Parliamo di una strana creatura, un incrocio tra una yuppies Anni '80 e una "sanbabilina" del Duemila ("pariolina" per chi bazzica la capitale).Donna, vent'anni (21 per la precisione) ostentati, un loft sui Navigli al massimo a Brera, non esce di sabato perché è pieno di cafoni, fa la barman o, se ha anche un cervello, la copy, golgola alle mostre sulla street art, ha amiche che sono "trooooppo delle pazze", adora il maggiolone, si fa vedere al Gasoline, ancheggia al Plastic, è una "tipa complikata", possiede un Macintosh e, minchiacheflash, sfoggia la frangetta. Un must. Una creatura mitologica con lo stacco di cosce di Katia Pedrotti, il piglio di Beatrice Borromeo e i tacchi di Guendalina del Gf.Alt. Non sono io a pensarla così. Conosco troppo poco il tipo umano in questione per andare giù così pesante. Lo dicono quelli di Milano is Burning, quelli di Frangetta, quelli del Deboscio. Vi è sfuggito? Siete rimasti in pochi. Due ragazzetti che hanno creato dal niente il tormentone del 2007. Una randellata sui denti in musica. Dire semplicemente che le ventunenni milanesi se la tirano era poco. Meglio una cinica litania cantilenata da una voce metallica su una base elettronica. Bene. Questa canzoncina, e relativi video, stanno facendo il giro della rete. A Frangetta se ne sono aggiunte altre. Dopo Milano Burning sono arrivati Roma Burning (che vi proponiamo qui sotto), Corsico Burning, Mantova, Catanzaro, Palermo Burning. E ogni giorno ne spuntano di nuovi. Bersagli diversi un unico obiettivo: stroncare. Che sia la milanese fighetta, il romano strascicone, il catanzarese "Cchiù pilu pe' tutti" la faccenda è diventata virale.Chi ha qualcosa da dire in propria difesa (milanesi fighette questo messaggio è soprattutto per voi) si faccia avanti. Non banali, please.

Pink Moon


Il nome di Nick Drake negli ultimi anni è stato fin troppo pronunciato, molto spesso a sproposito. Ogni settimana un nuovo nome del firmamento folk anglo-americano si vedeva preso di mira dal fuoco incrociato di paragoni. Bastava pochissimo: una sfumatura malinconica nella voce, una tecnica chitarristica insolita, un aspetto taciturno o silenzioso. Inesorabilmente veniva tirato fuori quel nome, sorta di spada di Damocle sul capo dell'artista di turno. Con il risultato di inibirne la dignità musicale e scoperchiare vasi di Pandora che potevano essere maneggiati con molta più cautela.

Nick Drake aveva messo tutta la vita nei suoi dischi, l'unica maniera che aveva di comunicare con il mondo esterno. Il resto non gli interessava. La sua esistenza brillava in un empireo celeste, fatto di cose semplici come gli alberi, il mare la luna e le foglie. Soltanto le sue canzoni fornivano appigli per decifrarne l'anima, trovarne il segreto patimento. Purtroppo la sua arte non è stata compresa. Ignorandola si cancellava ogni speranza. La sua chitarra ammutoliva per sempre.

Ma le sue canzoni sono ancora capaci di cambiare la vita.

mercoledì 6 giugno 2007

LUNA





E guardo il mondo da un oblò
mi annoio un po’
passo le notti a camminare
dentro un metrò sembro uscito da un romanzo
giallo
ma cambierò, si cambierò
Gettando arance da un balcone
così non va
tiro due calci ad un pallone
e poi chissà
non sono ancora diventato
matto
qualcosa farò, ma adesso no
Luna!
Luna non mostri solamente
la tua parte migliore
stai benissimo da sola
sai cos’è l’amore
e credi solo nelle stelle
mangi troppe caramelle...
Luna!
Luna ti ho vista dappertutto anche in fondo al mare
ma io lo so che dopo un po’ ti stanchi di girare
restiamo insieme questa notte
mi hai detto no per troppe volte...
Luna!
E guardo il mondo da un oblò
mi annoio un po’
se sono triste mi travesto
come Pierrot
poi salgo sopra i tetti e grido
al vento
guarda che anch’io ho fatto a pugni con Dio
Ho mille libri sotto il letto
non leggo più
ho mille sogni in un cassetto
non lo apro
più parlo da solo e mi confondo
e penso
che in fondo sì sto bene così
Luna!
Luna tu parli solamente a chi é innamorato
chissà quante canzoni ti hanno già dedicato
ma io non sono come gli altri
per te ho progetti più importanti...
Luna!
Luna non essere arrabbiata dai non fare la scema
il mondo è piccolo se visto da un’altalena
sei troppo bella per sbagliare
solo tu mi sai capire...
Luna!
E guardo il mondo da un oblò
mi annoio un po’
a mezzanotte puoi trovarmi
vicino a un juke-box
poi sopra i muri scrivo in latino
evviva le donne, evviva il buon vino
Son pieno di contraddizioni
che male c’è
adoro le complicazioni
fanno per me
non metterò la testa a posto
mai
a maggio vedrai che mi sposerai...Luna!
Luna non dirmi che a quest’ora tu già devi scappare
in fondo è presto l’alba ancora si deve svegliare
bussiamo insieme ad ogni porta
se sembra sciocco cosa importa...Luna!
Luna che cosa vuoi che dica non so recitare
ti posso offrire solo un fiore e poi portarti a ballare
vedrai saremo un po’ felici
e forse molto più che amici...Luna!

(Luna-G.Togni)

Borgo Adda


«Chissà perché ci hanno tolto l’acqua», deve aver pensato uno di quei cani senza troppo destino. «Chissà perché non ci sono più le panche», l’interrogativo senza risposta di quelle persone che non si è lesinato definire “barboni” e “balordi”. Il giorno dopo, sfollati quattro o cinque individui un po’ più coloriti e strambi rispetto al grigiore delle nostre esistenze, rimane solo il silenzio. E sotto il campanile del borgo, un marciapiede vuoto.
Loro però sono rimasti cocciutamente così: con i ferri sporchi, i cartoni di vino e i cani al seguito. Scegliere, senza se e senza ma, di non accettare in blocco una società che ha le sue storture ma non è il castigo divino, è di sicuro discutibile (come ogni scelta, del resto. E sempre che la loro lo sia davvero, una scelta). Il problema però è un altro, e riguarda noi: come al solito abbiamo spostato qualcosa che non si voleva vedere. Questa volta però sono persone, non rifiuti inorganici.

Daniele Olgisio, articolo mai pubblicato

NON CI SONO PROBLEMI


Non ci sono problemi...tu mi dici quello che devo fare....e io lo faccio.

L'isola


Tipico quarantenne, dopo un periodaccio al lavoro, decide di andarsi a fareuna vacanza. prenota una crociera e procede a divertirsi fino a che a uncerto punto la nave affonda.Si ritrova su un'isola deserta, senza viveri, senza niente solo con banane enoci di cocco.Dopo circa 5 mesi, mentre stava sdraiato in spiaggia vede una donnabellissima arrivare in una barca a remi. Incredulo gli va incontro e chiede"da dove vieni? come sei arrivata qui?" Lei risponde "ho remato dall'altra parte dell'isola, dove sono naufragata quando la mia nave e'affondata."Incredibile" dice il tipo "Sei stata fortunata che una barca sia Statatrascinata a riva insieme a te""Cosa, questa?" spiega la donna "No, l' ho fatta io con materiale grezzo cheho trovato sull'isola. I remi li ho ricavati da una pianta di caucciu', ilfondo l' ho fatto con rami di palme e i lati con l' albero di eucalipto."Ma gli arnesi dove li hai presi?" Chiede lui."Oh quello non e' stato un problema" risponde la donna "A sud dell'isola c'e' uno strato di roccia insolito e ho scoperto che se lo Sottoponevoa una certa temperatura nella mia fornace si scioglieva in un metalloduttile e ho usato quello per fare gli arnesi.Il tipo rimane sbalordito."Dai andiamo nel posto dove sto io" Gli dice lei.Dopo una bella remata arrivano in una piccola baia. Il tipo quasi cade dallabarca quando vede davanti a se un sentiero di pietra che conduce ad unaabitazione di colore bianco e azzurro.Mentre la donna lega la barca con delle funi fatte di fibre vegetali il tiponon può fare altro che ammirare tutto a bocca aperta.Entrando in casa la donna dice casualmente "non e' un gran che ma io lachiamo casa mia, accomodati, vuoi bere qualcosa?""No grazie" risponde lui ancora confuso "non ce la faccio proprio a bere unaltro succo di cocco" "non e' succo di cocco" Gli dice lei facendo l'occhiolino "Ho messo su una piccola distilleria. La vuoi una Pina Colada?"Il tipo cercando di celare il suo continuo sbalordimento, accetta.Si siedono sul divano e incominciano a chiacchierare, si scambiano lerispettive storie e ad un certo punto la donna dice "Mi vado a metterequalcosa di più comodo. Tu vuoi fare la doccia e la barba? Sopranell'armadietto del bagno c'e un rasoio.Ormai non chiedendo più spiegazioni per tutte queste cose, va nel bagno dovetrova un rasoio fatto col guscio di tartaruga.Mentre si fa la barba pensa "Questa donna e' proprio incredibile e'fenomenale, chissà che altre sorprese mi aspettano?"Quando torna dal bagno lei lo accoglie nuda con solo delle fogliestrategicamente posizionate e lo invita a sedersi sul divano accanto a lei."Dimmi" dice lei in modo sensuale e avvicinandosi "Stiamo qui da moltotempo, tu sei stato solo per molti mesi, sono sicura che c'e qualcosa cheveramente vorresti fare in questo momento, qualcosa che hai Desiderato pertanto tempo." E continua a fissarlo negli occhi.Lui non riesce a credere a quel che sente "No.." ingoia tutto eccitato, gli occhi incominciano a riempirsi di lacrime "No... non mi dire che tieni pure Sky Sport!!!!"

martedì 5 giugno 2007

lunedì 4 giugno 2007

Piccione impiccione


O piccione piccione spensierato
Che la domenica te ne vai annoiato
Voli e ti libri nel cielo sereno
Tu che non hai pensiero terreno

Se il compleanno è una festa banale
Perché sprecare il tuo arsenale
Per chi festeggia il giorno Natale
Perché il tuo dono è tanto letale.

Non ci resta che piangere


Talkin' sul sesso


La grossa differenza tra il sesso a pagamento e quello gratis è che quello a pagamento di solito costa un po' meno.
(Brendan Behan)
***
Il sesso senza amore è un'esperienza vuota, ma tra le esperienze vuote è una delle migliori.
(Woody Allen)

Domani è festa



Domani è festa

si mangia la minestra

la minestra non mi piace

si mangerà la brace

la brace è troppo nera

si mangerà la pera

la pera è troppo bianca

si mangerà la panca

la panca è troppo dura

si va a letto addirittura.

domenica 3 giugno 2007

I don't wanna grow up


I don’t wanna grow up!

sabato 2 giugno 2007

Omaggio a Rino


(Crotone 29 ottobre 1950, Roma 2 giugno 1981)


Io scriverò se vuoi perché cerco un mondo diverso
con stelle al neon e un poco d'universo
mi sento un eroe a tempo perso
io scriverò se vuoi perché non ho incontrato mai
veri mattatori e veri ombrellai
ma gente capace di chiederti solo come stai
io scriverò se vuoi perché ho amato tutti i sessi
ma posso garantirvi che io
non ho mai dato troppo peso al sessso mio
ma con chiunque sappia divertirsi mi salverò
che viva la vita senza troppo arrichirsi mi salverò

che sappia amare che conosca Dio come le sue tasche
io scriverò perché ho vissuto anche di espedienti
perché a volte ho mostrato anche i denti
perché non potevo vivere altrimenti
io scriverò sul mondo e sulle sue brutture
sulla mia immagine pubblica e sulle camere oscure
sul mio passato e sulle mie paure

venerdì 1 giugno 2007

Le mogli degli altri non amano me


La mia città nel vento la mia città nel tempo
Arrivo di notte nessuno è con me
Le mogli degli altri non amano me
Nel caldo del letto fan sogni tranquilli

Han trovato qualcuno gli si sono aggrappate
Domani mattina faranno la spesa
Son tutte regine non han più paura
La faccia è salvata la minestra è sicura

Perché la vita è tenerezza
Perché si muore di tristezza
Perché la vita è tenerezza
Le mogli degli altri non amano me

(Paolo Conte, Lo scapolo)


Peschino



C'è una pera che va a pescare.
Un signore la vede e le chiede: "Pesca?"
E lei: "No, pera!".


Dove siamo rimasti a terra, Nutless


Buttarsi a piedi pari nella vasca del Campari
abbattere la notte a raffiche di Cordon rouge

(Vinicio Capossela, Dove siamo rimasti a terra, Nutless)