martedì 19 giugno 2007

Il pugile sentimentale




Un pugno, ancora un pugno
e un altro sullo slancio
ed ecco Blek Mcigno
mi centra con un gancio
all'angolo mi spinge,
a stento me la squaglio,
un appercut mi stende,
(sì ieri stavo meglio).
E Blek Mcigno pensa,
fracassandomi una spalla
che la vita è proprio bella,
sì è proprio una beltà.

La vita è proprio okay
lui dice, e pensa un po',
sarà okappa per qualcuno,
per gli altri è kappaò.
(Vinicio Capossela, Il pugile sentimentale)

Tra i grandi della boxe, Jake La Motta e la sua vita occupano una posizione di rilievo. Uno dei tanti pugili dal passato difficile, provenienti dalla strada, che grazie allo sport e alla tenacia si è ritrovato leggenda. Ad accrescere il suo mito contribuì non poco il film di Martin Scorsese con Robert De Niro Raging Bull (Toro scatenato), tratto dalla sua omonima autobiografia. Negli anni Venti, New York era una città violenta e brutale. Proprio su queste strade il futuro pugile imparò a sopravvivere. Giacobe La Motta nacque da genitori italiani, il 10 luglio 1921, nel Lower East Side della metropoli americana. Dopo un breve soggiorno a Filadelfia, la famiglia si trasferì nel Bronx. A poco a poco Jake si trasformò in un piccolo teppista, al punto da trascorrere qualche tempo nello stesso riformatorio che, in seguito, avrebbe ospitato un altro futuro campione dei pesi medi, Rocky Graziano. Un tentativo di omicidio segnò poi indelebilmente la sua vita. La vittima, Harry Gordon, un allibratore del Bronx, fu aggredito con un tubo metallico dal giovane italo-americano, nel tentativo di impossessarsi di un portafoglio che risultò poi sorprendentemente vuoto. Sui giornali del giorno successivo si lesse della morte dell'uomo; sul delitto non venne fatta luce, però La Motta capì che avrebbe potuto finire in prigione per il resto dei suoi giorni. Nella precedentemente citata sua autobiografia, il pugile ricorda come il fatto avrebbe poi condizionato la sua vita: "Non andavo mai in chiesa, i preti non potevano spaventarmi con tutte quelle storie sull'inferno; tuttavia in qualche modo sapevo che avrei pagato per ciò che avevo fatto".

Nessun commento: