«Chissà perché ci hanno tolto l’acqua», deve aver pensato uno di quei cani senza troppo destino. «Chissà perché non ci sono più le panche», l’interrogativo senza risposta di quelle persone che non si è lesinato definire “barboni” e “balordi”. Il giorno dopo, sfollati quattro o cinque individui un po’ più coloriti e strambi rispetto al grigiore delle nostre esistenze, rimane solo il silenzio. E sotto il campanile del borgo, un marciapiede vuoto.
Loro però sono rimasti cocciutamente così: con i ferri sporchi, i cartoni di vino e i cani al seguito. Scegliere, senza se e senza ma, di non accettare in blocco una società che ha le sue storture ma non è il castigo divino, è di sicuro discutibile (come ogni scelta, del resto. E sempre che la loro lo sia davvero, una scelta). Il problema però è un altro, e riguarda noi: come al solito abbiamo spostato qualcosa che non si voleva vedere. Questa volta però sono persone, non rifiuti inorganici.
Loro però sono rimasti cocciutamente così: con i ferri sporchi, i cartoni di vino e i cani al seguito. Scegliere, senza se e senza ma, di non accettare in blocco una società che ha le sue storture ma non è il castigo divino, è di sicuro discutibile (come ogni scelta, del resto. E sempre che la loro lo sia davvero, una scelta). Il problema però è un altro, e riguarda noi: come al solito abbiamo spostato qualcosa che non si voleva vedere. Questa volta però sono persone, non rifiuti inorganici.
Daniele Olgisio, articolo mai pubblicato
1 commento:
Mi pare che il comune abbia provato a dare una casa ai 2 barboni, Birlin dopo i suoi 20 anni circa per omicidio spiegagli tu che deve andare a lavorare (e voglio vedere chi lo assume), il punk tossico "voglia di lavorare saltami addosso che mi sposto".
Sicuramente la scelta di vita è loro, i servizi sociali hanno già tentato un recupero fallito miseramente.
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