venerdì 15 giugno 2007

Garrincha



«Perché lo scrittore scrive sempre delle sue passioni. E l'uso che in certi casi le dittature fanno del calcio non invalida il gioco, la forza magica della sua bellezza e della sua emozione, che continuano a prevalere. Perché il calcio, come la letteratura, se ben praticato, è forza di popolo. I dittatori passano. Passeranno sempre. Ma un gol di Garrincha è un momento eterno. Non lo dimentica nessuno».

(Edilberto Coutinho, Maracanà)





E al funerale tutta Rio si fermò.

Fino al giorno prima
Rantolava sghembo fra i tetti
e la luna.
Le sue finte erano ormai da artrosi,
da cirrosi. Livido il viso.

"Ti stringo la mano, Garrincha,
e ti pago da bere!...." urlava
il barista vedendolo cagnolo poverissimo.
Un Carnevale in nero
con carri non allegorici
mosse in ritmo chiuso.

Il Capo dello Stato quasi si irritò
Per la nazione in pianto.

"Ed io, allora?" sembrò dire.
"E tutto questo per un’ala destra?"


(Ferdinando Accitelli, La solitudine dell'ala destra)

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