venerdì 13 aprile 2007

Ciascuno deve pensare a Cicciolina per sé


Una volta un mio compagno delle elementari ha detto che l’acqua del rubinetto dei cessi della scuola faceva schifo perché sembrava sborra, l’ha sputata per terra e è andato in cortile a giocare a rialzo con gli altri.
Io alla fine dell’intervallo gli ho chiesto cosa voleva dire sborra e lui ha risposto che agli uomini delle volte invece di uscirgli dal coso la pipì esce la sborra che è bianca e ha lo stesso odore dell’acqua del rubinetto delle elementari quella mattina di maggio.
Allora quando esce la sborra nascono i figli diceva il mio compagno, tutte le persone che vanno in giro a fare disastri nascono, comprano la mortadella al negozio, vanno alla partita che c’è domenica o a loro volta si sposano e attraverso la sborra fanno continuamente altri figli che quando sono grandi esce anche a loro la sborra e tutto questo, si chiama Mondo.
Per un po’ di giorni io ogni volta che andavo in bagno e facevo la pipì controllavo il colore di quello che usciva se era bianco.
Ero un bambino che era molto spaventato dalla sborra. Quando vedevo che quello che usciva era giallo facevo un respiro di sollievo, non causavo a mia volta dei figli ma avevo otto anni e non capivo ancora nulla del sistema di continuare del mio pianeta e del mio paese.
Io, ci pensavo.
Un giorno per capire questa situazione ho chiesto a mio padre se essendo un padre adulto gli usciva normalmente la sborra dal coso. Mio padre mi ha dato uno schiaffo e mi ha detto di non dirlo mai più se gli usciva la sborra dal coso. Mi sono sentito morire e siccome già da tempo sapevo che ci sono delle parole che non si possono dire, ho messo dentro sborra tra queste.
L’album delle parole che non si possono dire piace molto ai bambini.
Le guardano di nascosto le dicono piano se le scambiano tra loro.
Una di queste è puttana, un’altra faccia di coglione che sei.
Poi ci sono le bestemmie, che sono le parolacce peggiori, quelle che se le dici succede qualcosa, un motorino va a sbattere contro le vetrine dei negozi di Via Roma. A volte, anche i genitori dicono parolacce e bestemmie di ogni tipo ma il motivo è che i bambini li hanno fatti arrabbiare, ad esempio mio nonno diceva non farmi bestemmiare non farmi bestemmiare e alla fine bestemmiava e questo era colpa mia.
A nove anni, ho trovato in Sardegna un giornale nascosto sotto il letto di mio zio, era pieno di foto che non conoscevo. Lì c’era sempre scritta la parola sborra e si vedeva. Usciva come aveva detto il mio compagno di classe dal coso e delle signorine la bevevano con la lingua sennò gli andava sulle spalle, sul seno.
Oppure erano sedute come delle capre su un divano e un uomo nudo le faceva questa sborra sul culo, l’uomo aveva le calze rosse.
Inoltre i personaggi di quelle storie si leccavano tutto il giorno erano come impazziti, tra cui anche una donna molto bella che assomigliava a mia madre che sembrava schiacciata come una rana in quanto un uomo le metteva un coso davanti e un altro uno di dietro e lei era bionda e in mezzo a quei due restava.
Io, prima di quella sera non mi immaginavo niente di tutto questo e mi sembrava molto drammatico e continuavo a guardare il giornale.
Ma, un po’ avevo voglia anche io di diventare grande per fare quelle cose di nascosto strane. Ma, non potevo perché gli uomini nelle fotografie avevano un coso che sembrava un wurstel grosso mentre il mio era uguale a quello di tutti gli altri bambini.
Allora prima di andare a dormire mi concentravo e pensavo che il pisello mi diventava un wurstel come quelli dei giornali ma l’unica cosa che riuscivo a fare era stringere il sedere fino a che mi faceva male stringerlo così.
Ma un giorno mentre faccio il bagno mi pulisco il coso e mi diventa duro. Mi spavento lo guardo e aspetto che esce la sborra, ma passa un sacco di tempo, finisce la schiuma da bagno e io sono sempre lì nell’acqua con il coso duro senza che esce nulla di bianco fino a che il coso diventa molle esco dalla vasca e vado a giocare con Big Jim.
Poi un giorno a dieci anni un mio compagno di classe mi dà un giornalino e mi dice tieni vatti a fare una sega di nascosto e non farti vedere da nessuno. Io senza che nessuno se ne accorgesse l’ho letto dove mio nonno teneva le bottiglie di vino bianco in cantina, in estate le imbottigliava quando arrivava da una ditta veneta dove l’aveva ordinato. Era la storia di una vampira che succhiava il sangue a delle persone a cui poi rubava i castelli ma metà della storia era fatta di disegni come le fotografie del giornale nascosto sotto il letto di mio zio come la vampira che aveva in bocca il coso di uno che doveva ammazzare e che le diceva così, leccami il cazzo.
Non lo sapevo perché ma quando le guardavo quelle cose mi veniva il batticuore come quando andavo in bicicletta al Roncolino in salita. Questo forse perché era proibito guardarle anche se da quando le avevamo scoperte ne parlavamo sempre e andavamo a cercarle nelle discariche nascoste dappertutto sopra i mobili dei genitori dei cugini o anche dentro i sacchi della spazzatura.
Nel frattempo avevo capito un sacco di cose che mi aveva spiegato ossia che Adamo ed Eva erano stati scacciati dal paradiso terrestre perché avevano scopato e altre realtà che non immaginavo anche solo l’anno prima, ad esempio quando due persone una sotto e una sopra si leccano allo stesso tempo si dice il sessantanove. In un film di Lando Buzzanca avevo visto che seduto sopra di lui c’era una donna che aveva la gonna corta.
Lando Buzzanca le metteva una mano sotto la gonna e le diceva, tu me lo fai diventare duro come i giornalini.
Quando ho riportato il giornalino al mio compagno di classe lui mi ha chiesto se mi ero fatto la sega. Io mi vergognavo però alla fine gli ho detto che non sapevo cosa vuol dire, farsi una sega.
Lui mi ha detto che suo padre che andava in giro per la provincia di Varese a fare il rappresentante di medicinali va tutto il giorno dopo alle due ci vedevamo ai cessi dell’oratorio, mi spiegava una sega.
Il giorno dopo vado alle due nei cessi dell’oratorio c’è il mio compagno di classe che mi dice entra dentro chiudi a chiave ti faccio vedere.
Si tira giù i pantaloni e le mutande si prende il coso in mano e inizia a fare avanti e indietro sempre uguale. Subito il coso gli diventa un wurstel e lui fa la faccia come quella degli uomini dei giornali.
Poi si interrompe e mi guarda e mi dice è bellissimo devi provare puoi pensare a quello che vuoi. A Cicciolina che ti fa un pompino. Io gli ho detto che sapevo cosa voleva dire pompino e avevo visto delle foto di Cicciolina e sentito una sua canzone alla radio che parlava del cielo e di lei che era nuda. Lui ha detto bravo pensa in questo modo a Cicciolina e fai così e ha ripreso a fare avanti e indietro con la mano con gli occhi chiusi diceva di sì Cicciolina vieni qui continuava fino a che hanno bussato alla porta e lui ha detto occupato sto facendo la cacca e ha smesso di fare avanti indietro con la mano sul coso si è portato un dito alla bocca e piano piano mi ha fatto segno di fare silenzio, completamente silenzio.
Siamo rimasti zitti immobili un momento poi da fuori hanno bussato ancora e allora il mio compagno ha gridato vaffanculo sto cagando e il tipo che bussava se n’è andato e lui ha ripreso la sua cosa con gli occhi chiusi.
Io gli ho chiesto quando ti esce la sborra e lui ha detto alla fine, quella è la cosa più bella aspetta che penso a Cicciolina. Allora un po’ tutta questa storia mi dava fastidio gli ho detto io me ne vado lui mi ha bloccato mi ha detto guarda che devi assolutamente imparare perché non provi a farmelo un po’ tu.
Io non volevo proprio avevo un po’ schifo se gli usciva la sborra e mi sporcavo le dita e gliel'ho detto.
Lui mi ha risposto di pensarci bene che se glielo facevo mi dava dei giornalini dell’Uomo Ragno ma io ero disgustato anche se gli Uomo Ragno mi piacevano molto specialmente le storie dell’orrore alla fine.
Comunque non mi andava gli ho detto io me ne vado fuori a giocare a pallone con il Villa lui mi fa peggio per te ti perdi i giornalini e ha continuato a farsi una sega dicendo delle cose a Cicciolina che si immaginava lì.
Quella sera dopo Carosello dove ho visto Joe Condor che volava per controllare tutto e anche la pubblicità della carne Montana sono andato a letto per fare la mia prima sega ma continuava a diventarmi molle anche se mentre era duro era piacevole mi sembrava di essere uno che guida senza la patente sbandavo in curva e poi ricominciavo con più concentrazione.
Era molto faticoso sempre con la mano fare avanti e indietro e continuavo a distrarmi con il pensiero.
Pensavo a Cicciolina e mi veniva duro, poi pensavo al mio compagno che nel cesso dell’oratorio pensava anche lui a Cicciolina e mi diventava molle.

Ciascuno deve pensare a Cicciolina per sé.


(Aldo Nove, La più grande balena morta della Lombardia)

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